Muratore abbandonato, i sindacati
«Caporalato piaga da superare»

Dopo la terribile vicenda del lavoratore straniero abbandonato dopo un infortunio accaduto il 21 agosto a Civo, in provincia di Sondrio, Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil hanno inviato un comunicato: «Si deve smettere di considerare imprenditori quelli che non lo sono».

Dopo la terribile vicenda del lavoratore straniero abbandonato dopo un infortunio accaduto il 21 agosto a Civo, in provincia di Sondrio, Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil hanno inviato un comunicato: «Si deve smettere di considerare imprenditori quelli che non lo sono».

«"Avevo bisogno di manodopera, ho chiesto a una persona che a sua volta si è rivolta al bergamasco" è la frase pronunciata, secondo la stampa locale, dallo pseudo-imprenditore interrogato dai carabinieri di Morbegno in merito all'infortunio grave del 21 agosto: un lavoratore edile extracomunitario, precipitato da 4 metri, abbandonato per strada».

«Come sindacati provinciali dei lavoratori edili Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil confidiamo nel fatto che le indagini abbiano il loro normale corso affinché i responsabili del reato di caporalato siano assicurati alla giustizia. Intanto, però, ribadiamo ai titolari d'impresa e ai loro rappresentanti di categoria del modo edile che in caso di "bisogno di lavoro" devono rivolgersi ai soggetti preposti per legge e per Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Cioè, ai centri per l'impiego o alle aziende di somministrazione di lavoro».

«Se si continua a tollerare che in edilizia sia "consuetudine" rivolgersi "al bergamasco" (in questo caso il caporale di turno), sarà allora consueto lavorare a sottosalario, senza le misure di sicurezza previste, in nero e fuori da ogni previsione contrattuale. Per questo motivo si deve fare lo sforzo, per l'ennesima volta, di tradurre nei cantieri e nei luoghi di lavoro i contenuti che le parti sociali sottoscrivono negli accordi collettivi (non ultimo quello dell'Integrativo provinciale edile sottoscritto il 24 luglio)».

«Infatti, nel recente Integrativo provinciale, si conviene, tra le altre cose «(…) sul pieno utilizzo di tutti gli strumenti che la contrattazione collettiva mette a disposizione delle parti sociali territoriali procedendo nella piena attuazione delle scelte contrattuali, compiute dal settore e contenute negli avvisi comuni e negli accordi nazionali, a sostegno della regolarità contributiva, della sicurezza e della formazione».

«Non si deve più tollerare la "concorrenza sleale" tra imprese per la mancata applicazione delle norme legislative e i Ccnl, si deve smettere di considerare imprenditori quelli che non lo sono (non solo il caporale ma anche le imprese che si avvalgono del loro operato) ma si deve applicare il principio della "patenti a punti" per le imprese».

«Siamo consapevoli che non sia un percorso semplice, ma l'ennesimo caso verificatosi impone che esso sia attuato subito. Le grida di dolore del lavoratore devono permeare le nostre coscienze per far sì che tutti i soggetti che operano nel mondo del lavoro svolgano la loro opera e il loro compito nel più breve tempo possibile».

«In una società colpita dalla crisi dell'economia finanziaria prima e dalla crisi dell'economia reale poi (di cui il comparto dell'edilizia registra i ben noti effetti), ma anche dal virus dell'assuefazione agli eventi anche i più terribili, come Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil di Bergamo riteniamo necessario uno sforzo collettivo di contrasto a questo modo di fare impresa per superare l'atavico e triviale fenomeno del caporalato».

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