Sos ciclopedonale del Serio
Difficoltà per la manutenzione

Piace la via ciclopedonale che attraversa la Valle Seriana. C'è chi, più allenato, riesce a percorrerne lunghi tratti di corsa o in sella alla propria bicicletta. E chi, amante più di picnic che di sgambate, affolla le aree verdi, in primis nel weekend.

Piace la via ciclopedonale che attraversa la Valle Seriana. C'è chi, più allenato, riesce a percorrerne lunghi tratti di corsa o in sella alla propria bicicletta, magari partendo dalla città fino ad arrivare a Clusone. E chi, amante più di picnic che di sgambate, affolla le aree verdi, soprattutto nei weekend.

Durante la settimana sono numerosi i residenti dei paesi attraversati dalla pista che la utilizzano per una piacevole passeggiata lungo il fiume. Piace, ma quest'opera costata oltre 12 milioni di euro e che entro due anni porterà fino a Valbondione e poi a Castione, su un tratto di 57 chilometri (con un salto di un chilometro e mezzo nel territorio di Ardesio, dove il progetto non è stato finanziato), comincia a «soffrire».

Ponti dissestati, paletti «rosicchiati» se non divelti, tratti di recinzione sostituita da un provvisorio nastro biancorosso: là dove non è ancora intervenuta l'usura o l'umidità, hanno colpito i vandali. Andando a presentare la lista dei danni ai Comuni attraversati dalla pista si scopre che sì, le magagne sono note, ma, in alcuni casi, si fa fatica a metterle a posto.

A maggior ragione che da quest'anno sono i Comuni a doversi prendere cura della ciclabile. «Prima esisteva una convenzione biennale con il consorzio Territorio e ambiente Valle Seriana che si occupava del tratto da Ranica a Casnigo, ora ogni Comune risponde del tratto di competenza» spiega Candida Mignani, assessore al Territorio di Nembro.

A Cene, pe esempio, è presente un ponticello diventato oggetto di una segnalazione inviata al giornale da alcuni nostri lettori. «Passeggiando mi sono accorto che i ponti in legno lamellare stanno marcendo - scrive un lettore -. Al di là del fatto che potrebbero essere pericolosi e quindi andrebbero verificati e posto rimedio alla situazione di degrado, mi viene da chiedere come mai opere recenti che dovrebbero essere progettate per stare all'aperto sono ridotte in questo stato, a non moltissimi anni dalla posa.

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di domenica 16 settembre

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