Kebab vietati nei centri storici
L'Antitrust bacchetta Capriate

I paletti che regolano - e in certi casi vietano - l'apertura di kebab o locali simili hanno «effetti distorsivi sulla concorrenza» e vanno modificati. Lo sostiene l'Autorità garante della concorrenza e del mercato in una serie di osservazioni inviate a Capriate.

I paletti che regolano - e in certi casi vietano - l'apertura di kebab o locali simili hanno «effetti distorsivi sulla concorrenza» e vanno modificati. Lo sostiene l'Autorità garante della concorrenza e del mercato in una serie di osservazioni inviate a Capriate San Gervasio, Comune che tre anni fa con una una delibera della Giunta guidata dall'allora sindaco Cristiano Esposito fissò i criteri per queste attività commerciali.

In sostanza, la delibera vietava l'apertura kebab e simili nei centri storici di Capriate, San Gervasio e Crespi mentre per le altre zone prevedeva una negoziazione con il Comune per verificare la compatibilità del locale con la zona scelta. Il presidente dell'Antitrust, Giovanni Pitruzzella, sul Bollettino ufficiale 35 del 17 settembre scrive: «La delibera, prevedendo un divieto di insediamento di esercizi di vendita kebab o simili, ovvero limitandolo a specifiche zone, introduce un elemento di rigidità del sistema, in contrasto con le esigenze di salvaguardia della concorrenza».

«L'ingresso di nuovi operatori - prosegue Pitruzzella - non deve incontrare ostacoli che tendono a predeterminate limiti quantitativi alla possibilità di entrata nel mercato. Tali limitazioni si ripercuotono sui consumatori con una riduzione di operatori e il conseguente aumento del prezzo dei servizi, cui non corrisponde un incremento della qualità». Per questo l'Antitrust «ritiene che la delibera sia in contrasto con i principi concorrenziali e con la disciplina nazionale di liberalizzazione, e ne auspica una profonda revisione».

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