Il sovrintendente Napoleone:
«Città Alta sa anche cambiare»

«Dite che Città Alta è ferma...?». Giuseppe Napoleone, responsabile della Tutela monumentale e paesaggistica di Bergamo, guarda il Sociale recuperato e i due musei aperti e commenta: «Se questo è essere fermi, beati voi».

«Dite che Città Alta è ferma...?». Giuseppe Napoleone ci pensa un attimo: poi lo sguardo gira veloce per Piazza Vecchia. «Fatemi capire: avete recuperato un teatro come il Sociale quando in altre città se ne chiudono, e appena aperto non uno ma due musei. Se questo è essere fermi, beati voi».

Cognome e ruolo decisamente importanti, di quelli che un po' di soggezione la mettono: responsabile della Tutela monumentale e paesaggistica di Bergamo, recita il suo incarico in Soprintendenza. Architetto, direttore del Cenacolo Vinciano, frequenta Bergamo «da tanti, tantissimi anni». Con estremo piacere: «Confesso che ci vengo appena posso: dovreste rendervi conto che avete un'offerta culturale seconda a nessuno».

Lo dice appena comincia la più classica delle passeggiate bergamasche, quella Corsarola che racconta storia e trasformazioni di una realtà tanto bella quanto complessa come Città Alta. Pronti, via, e Napoleone si ferma subito in piazza Cittadella: «Bella, con degli interventi di recupero anche semplici ma molto ben fatti». Certo, le auto...

Problema che si ripropone pochi metri più in là, appena si palesa piazza Mascheroni. Nel mirino ci finisce ovviamente l'albergo San Lorenzo (mercoledì è previsto il sopralluogo con la Soprintendenza), ma Napoleone non lesina critiche ad un dehor nel mirino da tempo: «Su nostra richiesta è stato fatto qualche miglioramento, ma il rischio è un altro». E può valere come regola aurea: «Interventi sbagliati si portano dietro una serie di elementi impropri, financo il verde. Un dehor non è solo uno spazio dove metti tavolini e sedie».

Tutti elementi che possono contribuire al rischio Luna park, o semplici segnali di un tempo che passa: «La città cambia, giustamente: è un organismo vivo che non può essere imbalsamato, ma sottoposto a salutari trasformazioni. Vanno però gestite, tanto più in un unicum architettonico come Città Alta, dove qualsiasi cosa può creare disturbo».

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