Colere, ultimatum al Comune
«Ci aiutino, oppure chiudiamo»

La crisi morde e nel calderone delle chiusure rischia di finire anche la stazione sciistica di Colere. In tempi di prevendite degli stagionali, l'Sos che arriva dalle piste scalvine si fa sempre più serio. Il 2011 è stato l'anno nero: ora i segni meno sui bilanci pesano.

La crisi morde e nel calderone delle chiusure rischia di finire anche la stazione sciistica di Colere. In tempi di prevendite degli stagionali, l'Sos che arriva dalle piste scalvine si fa sempre più serio. Il 2011 è stato l'anno nero: di neve ne è scesa proprio poca e ora i segni meno sui bilanci pesano.

Cinquecento, forse seicento mila euro: è il buco della Sirpa, la società che gestisce gli impianti di Colere. Dopo aver fatto appello alle banche e a nuovi potenziali soci privati, Angelo Stabilini, presidente della società, porge la mano aperta al Comune.

«Se non interviene, noi chiudiamo – ha affermato di recente Stabilini –, siamo una società a quasi intero capitale privato. Le altre stanno in piedi perché nelle compartecipazioni c'è anche l'ente pubblico, se non interviene il Comune, qui si chiude».

Quindi Colere come Schilpario, che dopo il grido d'allarme qualcuno darebbe già per venduta a una società francese? Lo scenario peggiore, quello di una chiusura, sarebbe un duro colpo per l'occupazione della Valle di Scalve.

Quello che già è certo è che nel 2013 a Colere non si disputeranno gare ufficiali. «Perdiamo la migliore stazione a livello tecnico della Bergamasca e la seconda della Lombardia dopo Bormio» commenta Paolo Carminati, presidente del Comitato provinciale Fisi.

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