Caso Yara: «Carte insufficienti»
Il gip mette alle strette il pm

Ha messo alle strette il pm del caso Yara, Letizia Ruggeri, obbligandola a consegnare sul suo tavolo una copia della relazione autoptica entro il termine perentorio di cinque giorni. Ma il gip Ezia Maccora non ha messo in discussione il lavoro d'indagine.

Ha messo alle strette il pm del caso Yara, Letizia Ruggeri, obbligandola a consegnare sul suo tavolo una copia della relazione autoptica entro il termine perentorio di cinque giorni. Ma almeno per il momento il gip Ezia Maccora, che deve pronunciarsi sulla richiesta di archiviazione del fascicolo a carico di Mohammed Fikri, non ha messo in discussione il lavoro d'indagine che ha portato la procura ad abbandonare (ormai da tempo) i sospetti sull'operaio marocchino.

Per ora, infatti, il giudice non ha dato seguito – riservandosi di decidere alla prossima udienza, il 18 ottobre – alla richiesta della parte offesa di far ritradurre da un perito la controversa intercettazione telefonica per cui il giovane nordafricano, che lavorava al cantiere di Mapello, fu prima arrestato e poi rilasciato con tante scuse nel dicembre del 2010.

L'udienza di giovedì sul caso Fikri è durata mezz'ora scarsa. Fuori dal tribunale una selva di videocamere, microfoni e taccuini. Il giovane marocchino, assistito dall'avvocato Roberta Barbieri, anche questa volta ha voluto presenziare. In aula c'era anche Maura, la mamma di Yara, con il suo legale Enrico Pelillo e il consulente Giorgio Portera, genetista forense. Il gip, in camera di consiglio, ha dato atto alle parti della sua decisione. In un'ordinanza di circa due pagine definisce «allo stato non esaustive le produzioni del pm» e spiega di non essere in grado di prendere una decisione sull'archiviazione del fascicolo a carico del marocchino, per non aver «conoscenza completa del fatto».

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