Il vescovo a Sotto il Monte:
Papa Giovanni nel cuore di tutti

Nella memoria del Beato Papa Giovanni XXIII il vescovo monsignor Francesco Beschi ha presieduto la solenne concelebrazione di apertura dell'Anno della fede indetto da Benedetto XVI. Una celebrazione che ha segnato anche l'apertura del cammino spirituale dell'Anno Giovanneo.

Nella memoria del Beato Papa Giovanni XXIII il vescovo monsignor Francesco Beschi ha presieduto la solenne concelebrazione di apertura dell'Anno della fede indetto da Benedetto XVI. Una celebrazione che si è tenuta ieri sera nella chiesa parrocchiale di Sotto il Monte e che ha segnato anche l'apertura del cammino spirituale dell'Anno Giovanneo.

La diocesi di Bergamo ha risposto all'invito del vescovo con la presenza di circa duecento sacerdoti e di circa 1.500 fedeli, giunti anche da lontano. All'interno della chiesa hanno trovato posto, oltre ai sacerdoti, i parenti della famiglia Roncalli, le autorità e i rappresentanti delle realtà che, in collaborazione con la parrocchia e con la Diocesi, operano all'interno del progetto di riqualificazione e di rilancio della terra di Papa Giovanni. I tanti fedeli hanno seguito la celebrazione dagli schermi posti nella Cappella della Pace e sul sagrato della parrocchiale.

In testa alla processione, che si è snodata partendo dalla scuola materna, l'Evangeliario, che guiderà la lettura della Parola di Dio durante la Messa domenicale del pellegrino, e il crocifisso in legno ed ebano che Giovanni XXIII aveva davanti al suo letto e che fissava nella preghiera. Alla Chiesa di Bergamo il vescovo ha voluto ricordare, aprendo l'omelia, il dono di Papa Giovanni, «la ricerca del cuore di ogni uomo che ha contrassegnato gli anni del suo pontificato e la sua capacità di raggiungere il cuore di ogni uomo e donna, piccolo e grande, nella sua concreta condizione».

L'11 ottobre segna quest'anno il 50° anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II da parte di Papa Roncalli. La sua sensibilità ha attraversato il Concilio e monsignor Beschi ha ricordato le parole semplici che hanno accompagnato questa apertura. «Parole di speranza che sopravanzavano quelle dei poeti di sventura, parole di luce, parole di misericordia che sostituivano quelle del giudizio».

Il vescovo ha invitato a tornare alle parole del Concilio: «Se non le conosciamo, conosciamole, se le abbiamo amate e attuate, rinnoviamo questo impegno». L'Anno della fede che oggi si apre interpella ogni credente nel suo cammino personale, all'interno della comunità e della Chiesa tutta. È l'Anno che invita a crescere. «La fede si alimenta vivendola – ha detto il vescovo –. È conoscenza che introduce ad un'esperienza e che ci spinge ad una più grande conoscenza. Non possiamo accontentarci. Il nostro atto di fede diventa atto d'amore e la fede diventa poi testimonianza».

La fede di Papa Giovanni si rivelava nelle sue parole umili e semplici, in quel «Fiat voluntas tua» che accarezzava i suoi scritti. «Questa è la fede del Beato Papa Giovanni – ha sottolineato monsignor Beschi – è il dono del nostro Papa, perché cresca la nostra fede e diventi speranza per quell'umanità che incontreremo lungo i giorni che il Signore ci consegna».
Al termine della celebrazione il vescovo è sceso nella nuova cripta, dove ha posizionato il crocifisso di Papa Giovanni davanti alla teca in vetro che contiene la stola del Papa e le fusioni in bronzo del suo volto e della mano destra.

Circondato dai sacerdoti, il vescovo ha quindi recitato la supplica a Papa Giovanni, nella richiesta di sostegno nella fede, di guida verso il bene, di difesa dal male e domandando l'intercessione per la Chiesa e per la pace nel mondo. «Papa Giovanni – ha recitato il vescovo – che io possa imitarti nelle virtù e possa servire il Signore in umiltà e obbedienza alla sua volontà, come facesti tu per tutta la vita. Beato Papa Giovanni, benedici il mondo intero».

Monica Gherardi

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