Lavori allo zio del sindaco
Scoppia il caso a Martinengo

L'ufficio tecnico del Comune di Martinengo affida autonomamente allo zio del sindaco i lavori di messa in sicurezza di alcuni edifici pubblici e la minoranza consiliare fa scoppiare il caso. Sembrerebbe uno scandalo, se non fosse che la scelta è stata annunciata pubblicamente.

L'ufficio tecnico del Comune di Martinengo affida autonomamente allo zio del sindaco i lavori di messa in sicurezza di alcuni edifici pubblici e la minoranza consiliare fa scoppiare il caso. Sembrerebbe uno scandalo, se non fosse che la scelta è stata annunciata pubblicamente e ricade nel rispetto di rotazione degli incarichi ai professionisti del posto competenti in materia e di un articolo di legge.

Ma soprattutto la scelta ricade sull'ingegnere Dario Nozza, per la sua esperienza riconosciuta nel campo delle strutture e loro staticità. Eppure il gruppo «Per Martinengo» non si è lasciato sfuggire l'occasione, evidenziando i contenuti della determina dell'ufficio tecnico comunale con la quale veniva assegnato alla studio di Dario Nozza, del quale fa parte anche il figlio Francesco, un lavoro da 46 mila euro per verificare la staticità degli edifici comunali.

Ma il diretto interessato non ci sta: «Non mi è stato affidato il lavoro perché sono lo zio del sindaco, ma solo per le mie capacità professionali e senza favoritismi nei miei confronti». Questo risponde a chi lo ha indicato come fruitore di un «aiutino» da parte del nipote, il sindaco Paolo Nozza, ricevendo l'incarico di messa in sicurezza di tre scuole, due palestre e cinque edifici comunali.

«Sembra che abbia ottenuto il lavoro solo per il grado di parentela e questo è denigrante - rileva -, sminuisce i 37 anni di lavoro e la mia professionalità. Non accetto minimamente che una scelta tecnica venga strumentalizzata e gonfiata scorrettamente. Siamo di fronte a uno scenario assurdo. Difenderò la mia immagine. Andrò fino in fondo a costo di svenarmi, ma questa faccenda non la lascio cadere. Qualcuno la pagherà».

Leggi di più su L'Eco di domenica 14 ottobre

© RIPRODUZIONE RISERVATA