La Camozzi di Dalmine replica:
«Non siamo ostaggi del bullismo»

«L'episodio accaduto mercoledì scorso è sicuramente da condannare ma è profondamente sbagliato parlare di emergenza bullismo, soprattutto in una scuola che si è sempre mostrata attenta alle problematiche e ai bisogni espressi da alunni e genitori».

«L'episodio accaduto mercoledì scorso è sicuramente da condannare ma è profondamente sbagliato parlare di emergenza bullismo, soprattutto in una scuola che si è sempre mostrata attenta alle problematiche e ai bisogni espressi da alunni e genitori».

Difendono compatti la loro scuola, dopo la riunione straordinaria del consiglio di classe, i genitori della media Camozzi di Dalmine, balzata alle cronache per l'episodio del dodicenne finito sotto un'auto all'uscita di scuola, mentre correva per sfuggire ad un compagno che lo perseguitava.

Un episodio che, a caldo, era stato subito inquadrato nella piaga del bullismo ma i cui contorni sono ancora in corso di verifica. Il consiglio della classe seconda, frequentata dall'alunno rimasto ferito, è durato un paio d'ore e ha visto la partecipazione di una trentina di genitori, che si sono confrontati sulla vicenda assieme agli insegnanti, al preside reggente Cesare Quarenghi e al vicepreside Giovanni Maffeis.

Un incontro sereno e costruttivo, è stato definito al termine dagli stessi partecipanti, dove mamme e papà hanno manifestato il loro appoggio alla scuola, che dopo l'episodio era stata accusata da alcuni genitori di non essere intervenuta per evitare il caso.

«Ho trovato molto positivo il fatto che quasi tutti i genitori della classe fossero presenti - sottolinea Quarenghi - e pure i toni dialoganti che ci sono stati. Ho invitato i genitori a porci apertamente eventuali critiche riscontrate nel sistema educativo, consapevoli che non possiamo essere perfetti, al fine di migliorarci ed essere utili ai ragazzi».

«Nel merito dell'episodio di mercoledì, i genitori ci hanno evidenziato come siano prive di fondamento certe voci che accusavano l'istituto di mostrare una certa tolleranza nei confronti di atteggiamenti “bullistici”. Certamente non è stato questo il caso».

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