«Acquedotto a norma a Treviglio»
Legambiente, consigli su cosa fare

«Nella rete idrica di Treviglio non abbiamo mai trovato solventi o agenti tossici. Dunque credo che questi lievi malori non siano da ricondurre all'acqua». Lo dice Cogeide dopo i malori alla scuola Mozzali. E Legambiente: segnalate anomalie.

«Nella rete idrica di Treviglio, monitorata a cadenza quindicinale, non abbiamo mai trovato solventi o agenti tossici. Dunque credo che questi lievi malori, che hanno interessato quattro ragazzini sui 1.200 del polo scolastico, non siano da ricondurre all'acqua, visti i numeri e le circostanze. Comunque attendiamo l'esito delle analisi per avere la certezza». Stefano Sebastio, direttore di Cogeide, la società che gestisce la rete idrica trevigliese, mercoledì mattina ha subito inviato i propri tecnici al polo Righi-Mozzali di Treviglio per capire cosa fosse accaduto: «Anche se noi abbiamo competenza solo sulla rete pubblica e non su quella interna agli edifici - spiega -, è chiaro che siamo comunque intervenuti. Quell'istituto è comunque un piccolo paese e il numero di malori è stato davvero limitato e, oltretutto, non si è trattato, per fortuna di nulla di grave».

Ma allora cosa è successo? «Forse il ragazzo che ha poi avuto il conato di vomito ha respirato o ingerito del detergente rimasto sul rubinetto durante le pulizie? È un'ipotesi verosimile, visto che l'acqua dell'acquedotto comunale, prelevata in 9 differenti pozzi, è sempre stata pulita e, anche se non di competenza, ritengo lo sia anche la rete interna all'istituto. Comunque sono state avviate le analisi dei campioni prelevati e vedremo l'esito dei controlli microbatteriologici e per l'eventuale presenza di organismi. Visto che, comunque, i ragazzi non hanno avuto nulla di grave, credo proprio sia da escludere qualcosa del genere. Un'eventuale intossicazione dalla rete idrica, infatti, avrebbe avuto conseguenze più gravi e coinvolto più persone. E di certo non ha nulla a che vedere con il cromo esavalente, la cui presenza nell'acqua trevigliese è comunque ben al di sotto dei limiti di legge». Il monitoraggio della rete idrica comunale di Treviglio avviene a cadenza regolare: ogni 15 giorni vengono effettuati campionamenti in 30 punti della rete pubblica.

Tra l'altro proprio lo scorso 2 ottobre Cogeide aveva effettuato dei prelevamenti d'acqua ai rubinetti di 14 scuole della città per i campionamenti nell'ambito del monitoraggio della qualità dell'acqua: dai dati, diffusi nei giorni scorsi, era emerso che la qualità dell'acqua è ottima. «Non avevamo coinvolto le scuole superiori ma solo quelle dell'obbligo - spiega Juri Imeri, assessore all'Ambiente e vicesindaco - perché le prime sono di proprietà della Provincia e le altre del Comune. L'episodio del Righi-Mozzali è un ulteriore impulso a proseguire su questa strada. Le ultime analisi comunque avevano confermato che l'acqua della rete idrica cittadina è buona, dunque anche questo ci fa pensare, in attesa dei dati delle analisi fatte ai rubinetti dell'istituto, che l'acqua non c'entri nulla con i malori dei ragazzi. Eviterei quindi ogni genere di allarmismo». Aggiunge Imeri, che mercoledì mattina ha raggiunto l'istituto per accertarsi di persona dell'accaduto e ha poi fatto visita ai ragazzi in ospedale: «In ogni caso gli studenti stanno bene ed è questo ciò che conta. L'Asl, i medici e le stesse famiglie dei ragazzi hanno ridimensionato l'accaduto: si è trattato di malori davvero lievi. Dunque potrebbe esserci all'origine una situazione circoscritta alla scuola, come la pulizia del rubinetto o un odore forte che ha provocato la nausea.

L'acquedotto comunale funziona e non ha mai dato problemi. Il monitoraggio da parte dell'Asl e di Cogeide è frequente e come amministrazione comunale richiediamo regolarmente anche controanalisi di verifica». Le analisi effettuate a inizio ottobre nei rubinetti delle scuole avevano escluso la presenza di batteri o sostanze nocive: anche il cromo esavalente - inquinante supercontrollato nella zona per via delle note perdite nella falda a Zingonia di alcuni anni fa - era a livelli ben al di sotto dei limiti di legge.

Sull'argomento è intervenuta anche Legambiente: «I sintomi dei ragazzi fanno pensare a un qualche tipo d'inquinamento microbico o batterico, nulla a che fare con il cromo o a inquinanti industriali - spiegano dall'associazione -. Non ci sono dati anomali sui parametri delle ultime rilevazioni sulla qualità dell'acqua potabile. Se però si vede acqua giallastra o con evidenze odorigine che esce dal rubinetto delle abitazioni, è necessario avvertire i vigili ed evitare di usare quell'acqua».

Anche dal Comune arriva il commento dell'assessore all'Ambiente Yuri Imeri: «La cosa più importante - fa sapere - è che i ragazzi e le ragazze coinvolti stiano bene: hanno avuto lievi malori e la situazione si è molto ridimensionata nel giro di poche ore. Ribadisco, e lo confermano anche tutti i dati in nostro possesso, che l'acqua del pubblico acquedotto è di buona qualità e non ha mai presentato valori anomali, come evidenziato anche dalle recente campagna promossa dal Comune. Dunque all'origine dei malori accusati potrebbe esserci una situazione circoscritta alla scuola, non essendo pervenute altre segnalazioni in merito. Sono in corso le analisi sui campioni prelevati da Asl e Cogeide in vari punti del plesso scolastico, i cui dati saranno analizzati per comprendere se le cause dei malori possano essere riconducibili all'acqua».

© RIPRODUZIONE RISERVATA