Gorno, uccise il cognato
Non più ergastolo, ma 18 anni

Ergastolo cancellato in appello per Dionisio Quistini, 69 anni, di Gorno, l'uomo che aveva ucciso a sprangate il cognato e ridotto in fin di vita la sorella. La corte d'appello di Brescia non ha riconosciuto i futili e abietti motivi e lo ha condannato a 18 anni, 11 mesi e 6 giorni.

Ergastolo cancellato in appello per Dionisio Quistini, 69 anni, di Gorno, l'uomo che aveva ucciso a sprangate il cognato e ridotto in fin di vita la sorella. La corte d'appello di Brescia venerdì 9 novembre non ha riconosciuto i futili e abietti motivi e lo ha condannato a 18 anni, 11 mesi e 6 giorni.

Il delitto si era consumato la mattina del 9 maggio 2011 nella palazzina dove abitavano - in appartamenti distinti - il pensionato e i due coniugi. Dionisio Quistini, detto Nisio, non è sposato e viveva al primo piano dell'edificio, mentre la sorella Rina e il cognato Giovanni Benigni, senza figli e anche loro pensionati.

Il movente dell'omicidio, arrivato al culmine dell'ennesima lite, è il rancore che il sessantanovenne ha covato negli anni. Era bastata una scintilla - pare che i due gli avessero dato del «barbone» - per scatenare l'inferno. Nisio aveva afferrato una spranga e aveva colpito ripetutamente sul capo il cognato e la sorella, che s'era salvata per miracolo. Quisitini s'era poi costituito dai carabinieri.

Sulle responsabilità dell'imputato non c'erano dubbi. Alla difesa restava solo da lavorare per smontare la condanna all'ergastolo che Quistini aveva rimediato in abbreviato. L'avvocato Roberto Bruni è riuscito a far cadere l'aggravante dei futili e abietti motivi, sostenendo che il contrasto tra l'imputato e i parenti era in atto da anni e riguardava questioni ereditarie.

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