Sciopero generale a Bergamo
Cortei in centro, traffico in tilt

Traffico paralizzato in centro e cortei di lavoratori e studenti. La giornata di sciopero generale si è aperta alle 9 e ha visto scendere in strada un migliaio di persone. A Porta Nuova sono confluiti i manifestanti partiti dal piazzale degli Alpini, da piazza Vittorio Veneto e via Camozzi.

Traffico paralizzato in centro e cortei di lavoratori e studenti. La giornata di sciopero generale si è aperta alle 9 e ha visto scendere in strada un migliaio di persone. A Porta Nuova sono confluiti i manifestanti partiti dal piazzale degli Alpini (studenti), da piazza Vittorio Veneto (corteo Cgil) e anche da via Camozzi (operai Same).

Alcuni operai della Fiom della Same hanno manifestato davanti alla sede di Confindustria facendo esplodere petardi. La giornata di sciopero generale è stata indetta per protestare contro le misure europee, in particolare quelle legate all'austerity.  Dopo le 10,30, i cortei si sono unificati in piazza Pontida dove si è tenuto l'intervento del segretario della Cgil di Bergamo, Luigi Bresciani.

Il Coordinamento dei Collettivi e degli Studenti precisa che sono «giunti in corteo fino in piazza Pontida, ma solo a conclusione della manifestazione della Cgil e con l'intento di occupare il palco del comizio e comunicare con i lavoratori, affinchè si possa raggiungere quell'unità delle lotte tra lavoratori, studenti, migranti, pensionati e disoccupati, precari e senza casa, che auspichiamo».

Preceduto dalle parole di Ciro Indellicati della segreteria della FLC-CGIL e docente di scuola media all'Istituto Comprensivo di Villongo, e quelle di Elisabetta Martinelli della RSU FIOM-CGIL della Lupini Targhe, Bresciani ha invece evidenziato: “Tutte le nostre mobilitazioni hanno sempre messo al primo posto il lavoro quale condizione essenziale per l'uguaglianza e la giustizia sociale. La scuola, la cultura, la ricerca, il sapere, la salute, la sanità, l'assistenza, un lavoro, un reddito dignitoso, l'ambiente, la casa, i servizi agli anziani e a chi è disabile, una società per i bambini, legalità: questi sono i segni concreti di una società basata sulla libertà e la giustizia".

"Negli ultimi 20 anni - ha aggiunto - abbiamo assistito ad un declino che solo noi abbiamo denunciato con forza. Il sistema delle imprese, mentre denunciava la nostra incapacità a capire il nuovo che avanza, accantonava i guadagni e non li investiva. Noi, la mia generazione e quella prima di me, ha lottato duramente per costruire un sistema sanitario pubblico capace di rispondere ai bisogni di tutti, ricchi e poveri, cittadini italiani o immigrati. Questo sistema è per noi irrinunciabile. Da anni ci sono pressioni per ridurlo, per privatizzarlo e uno degli strumenti per farlo è la costante riduzione delle risorse destinate al Fondo sanitario nazionale. Con la scusa dei tagli del Governo si pensa di consegnare la gestione della sanità al privato. Per noi sanità, previdenza, assistenza, insieme al lavoro sono punti essenziali della strategia sindacale. Noi siamo per la difesa del modello sociale italiano ed europeo. Contro chi ci vuol far credere che il nostro welfare è un lusso”.

Sempre nella prospettiva europea, Bresciani ha detto anche: “Noi sfidiamo, insieme ai sindacati europei, l'ideologia imperante dell'austerity e dei tagli. Il FMI e la BCE, ci chiediamo, da quali tavole della legge hanno ricavato i numeri magici del limite al deficit che deve essere lo 0,5% del pil e del debito pubblico insostenibile se supera il 60% del pil? La verità è che non ci sono tetti razionali al deficit e al debito perché le Banche centrali hanno un potere illimitato di stampare moneta. E infatti Giappone e USA hanno debiti pubblici enormi. La verità è che l'Europa non ha una Banca centrale europea che possa fare quello che fa la Banca centrale USA. Se andiamo a vedere la storia delle crisi economiche, i disastri più grandi sono avvenuti quando si sono fatte politiche di tagli della spesa pubblica e dei salari impoverendo le famiglie. La via del rilancio è sempre passata attraverso più spesa pubblica in deficit. Perché si rientra dal debito quando le cose vanno bene non quando vanno male”.

A proposito del modello sociale europeo, il segretario provinciale della CGIL ha, poi, aggiunto: “Germania, Olanda, Austria, Svizzera, Svezia, Danimarca, Norvegia e Finlandia dimostrano che il modello sociale europeo è sostenibile e funziona. In Italia? Se si vuole tenere quel modello occorre pagarne il conto: con la tassazione progressiva, la lotta all'evasione fiscale, la lotta alla corruzione e alla criminalità. Quando muore il modello sociale europeo? Muore quando è malata la coscienza civile e si rompe il patto che lega tutti al rispetto delle regole. Da noi intere categorie sono abituate a vivere in un mondo dove i servizi pubblici esistono e fanno comodo, mentre le tasse sono un optional. Così andiamo a fondo e a questo genere di persone dobbiamo dire che non sono furbi, ma sono dei ladri che mandano a picco il nostro paese”.

L'astensione dal lavoro è stata proclamata per 4 ore: così è stato per i lavoratori metalmeccanici, quelli edili e quelli dei settori tessile, chimico e dell'energia, per Banca d'Italia e le assicurazioni (i bancari, invece, non erano coinvolti nello sciopero), per il settore agricolo e alimentare.

Quattro ore di astensione dal lavoro anche per i trasporti (tranne il TPL). Lo sciopero dell'intera giornata (o dell'intero turno) è stato proclamato, invece, per il Pubblico Impiego (più il settore privato di cooperative sociali, case di riposo, cliniche, igiene ambientale) ed anche per la scuola e l'università.

Anche il settore delle telecomunicazioni sciopera per l'intera giornata. Braccia incrociate per 8 ore, invece, per il commercio, le mense, il turismo, la vigilanza privata e il comparto delle pulizie. In Poste Italiane non è prevista alcuna mobilitazione dal momento che oggi è in svolgimento il rinnovo delle RSU a livello nazionale.

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