Scuola, sabato 24 lo sciopero
«Il sistema pubblico non è zavorra»

Di nuovo con le braccia incrociate, di nuovo in piazza, il mondo della scuola si prepara allo sciopero di sabato: contro i tagli e le politiche del Governo Monti, insegnanti di ogni ordine e grado insieme al personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) torneranno a mobilitarsi.

Di nuovo con le braccia incrociate, di nuovo in piazza, il mondo della scuola si prepara allo sciopero di sabato: contro i tagli e le politiche del Governo Monti, insegnanti di ogni ordine e grado insieme al personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) torneranno a mobilitarsi nella giornata di protesta proclamata per il 24 novembre, questa volta unitariamente, da FLC-CGIL,CISL e UIL Scuola, Snals e Gilda.

A Roma, in Piazza del Popolo dalle 10 alle 13, si svolgerà anche una grande manifestazione nazionale. Le sigle sindacali chiedono che il Governo cancelli le norme della Legge di Stabilità e della Spending Review che intervengono su retribuzione e contratto; chiedono che si emani l'atto di indirizzo per il recupero delle anzianità e che sia inverta la rotta di disinvestimento sulla scuola attuata in questi anni.

Chiedono poi che il Ministero riapra il CCNL scaduto il 2009 e bloccato per legge fino al 2014. FLC-CGIL,CISL e UIL Scuola, Snals e Gilda continuano a considerare le misure sulla scuola “ingiuste perché tentano di annullare il Contratto di lavoro in materia di orario e retribuzione, perché sottraggono opportunità di lavoro per migliaia di docenti precari, perché riducono le retribuzioni già ferme per il blocco del contratto e tra le più basse d'Europa” (dal testo del volantino in distribuzione).

Per raggiungere la manifestazione nella capitale, i sindacati di Bergamo organizzano un servizio bus (gratuito): la partenza è prevista a mezzanotte del 23 novembre dal Piazzale della Malpensata. Il ritorno è entro la mezzanotte del 24 novembre. Un pullman partirà anche da Darfo (cinema Garden) alle ore 23.00 di venerdì 23 con fermate a Lovere in piazza Marconi ore 23.15 e a Trescore Balneario (pensilina c/o Bar Fata Morgana) alle ore 23.40.

Chi intende partecipare deve prenotare contattando: FLC-CGIL : SMS 3351852813 oppure [email protected] CISL SCUOLA: 035/324636 oppure [email protected] UIL SCUOLA: 035/221211 oppure [email protected] SNALS: mail: [email protected]

Si va in piazza “non per difendere i privilegi di qualcuno. Siamo come sempre disposti a fare la nostra parte, ma diciamo basta alla demagogia: non è vero che dopo i Ministri Gelmini e Tremonti non ci sono stati più tagli al mondo della scuola” hanno detto oggi Tobia Sertori della FLC-CGIL, Vincenzo D'Acunzo della CISL Scuola, Pietro Salvatore della UIL Scuola e Renato Colombo dello Snals di Bergamo.

“Non è possibile che si continui a ritenere il sistema pubblico una ‘zavorra', perché c'è un'intesa sul lavoro pubblico da rispettare e da applicare, ma anche perché siamo senza un contratto nazionale e perché il sistema ‘scuola' in Lombardia è in profonda recessione. Dopo i tagli e gli interventi di demolizione della scuola pubblica da parte del precedente Governo, anche l'attuale compagine governativa insiste nel non capire la necessità di un ruolo determinante della Scuola per il futuro del Paese. Oltre al blocco del CCNL, scaduto nel dicembre 2009, la cosidetta Spending Review colpisce lavoratori e utenti della scuola pubblica.

In provincia di Bergamo, per fare un esempio, a fronte di 2.000 alunni in più rispetto all'anno scorso non è stato assegnato alcun aumento di organico, sia come personale docente che come personale non docente. Ora, rispettare l'organico (insufficiente) assegnato dal Ministero alla nostra provincia ha avuto come conseguenza la mancata attivazione di classi a tempo pieno nella primaria e a tempo prolungato nella scuola media, il mancato rispetto del rapporto alunni/docente di sostegno per i diversamente abili, l'aumento di alunni per classe, la difficoltà della gestione del tempo mensa, l'assenza di qualsiasi compresenza per progetti di aiuto, potenziamento, recupero”.

Sul fronte del personale amministrativo, tecnico e ausiliario, la situazione, continuano i sindacalisti, “rasenta il rischio vero di un blocco delle segreterie: una norma di legge obbliga i docenti con problemi di salute a diventare assistenti amministrativi e a svolgere un ruolo delicato e professionale di cui non conoscono nulla; così vale anche per il personale collaboratore scolastico che, dopo il taglio drastico dei posti, non potrà più assicurare assistenza e sorveglianza agli alunni durante le lezioni”. La Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha eliminato “l'assurda misura di aumento di un terzo dell'orario settimanale di insegnamento dei docenti da 18 a 24 ore. E' il risultato della nostra tempestiva iniziativa” continuano i sindacalisti.

“Purtroppo, però, il costo di questa vittoria è l'ennesimo ricorso da parte del Governo ai soliti tagli che si abbattono sempre sui settori della conoscenza: fra questi la riduzione sostanziosa per ben 47,5 milioni delle economie del Fondo dell'Istituzione Scolastica (FIS) non distribuite a livello nazionale. La scuola e i suoi lavoratori, ci teniamo a sottolineare, sciopereranno, dunque, non per sole rivendicazioni contrattuali, ma per garantire la qualità dell'insegnamento e del servizio agli studenti, cioè per garantire un futuro al Paese”.

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