È scoppiata la guerra dell'acqua
Piccoli Comuni: gestione nostra

Il tema generale è quello dell'acqua e giù a cascata quello del gestore unico, Uniacque spa, e il potenziale rischio sanzioni europee da 30 milioni se Azzone, Carona e Serina non cedono. I piccoli Comuni montani non possono più gestire l'acqua in autonomia.

Per tutta risposta, dalle barricate di Azzone è partita lunedì 3 dicembre una missiva diretta all'Associazione nazionale dei Comuni. Saluti del sindaco Pierantonio Piccini, breve introduzione e allegato che a sua volta è una lettera del ministero dell'Ambiente all'Anci in cui Roma (è gennaio 2012) spiega che il famigerato articolo 148 «vige».

Passo indietro, altrimenti è un «rebelòt» (che la materia lo è già di suo). Il tema generale è quello dell'acqua e giù a cascata quello del gestore unico, Uniacque spa, e il potenziale rischio sanzioni europee da 30 milioni se Azzone, Carona e Serina non cedono.

Dalla Provincia sono partite giorni fa 26 informative indirizzate ad altrettanti piccoli Comuni montani sotto i mille abitanti che finora hanno gestito in economia - cioè da soli - il ciclo integrato dell'acqua, dalle sorgenti alle fognature alla (qualcuno) depurazione, incamerando i soldi delle bollette. Potevano far da sé o decidere liberamente di cedere la gestione a terzi, proprio in virtù di quell'articolo 148.

L'informativa di Via Tasso intitolata «superamento gestioni in economia» piomba come un fulmine a ciel sereno: vi si legge che, in soldoni, spariti gli Ato (Ambito territoriale ottimale) spariscono con loro - «come indicato da Regione Lombardia» - gli articoli della legge che li normava. Quindi il 148, quindi la possibilità per i piccoli di far da sé. Pertanto, invita Via Tasso, contattate Uniacque e avanti. Non l'ha fatto quasi nessuno. E, anzi, più paesi preparano le barricate.

Il primo è Azzone che sventola la lettera del ministero all'Anci, in cui Roma prende un pronunciamento della Corte dei conti della Regione Abruzzo e un chiarimento della Corte costituzionale (aiuto!) in cui dice che - tradotto dal «legislatese» - è ammessa la gestione diretta del servizio idrico integrato per i Comuni montani con popolazione fino a 1.000 abitanti, con il consenso dell'Autorità d'ambito.

Leggi di più su L'Eco di martedì 4 dicembre

© RIPRODUZIONE RISERVATA