Delitto in Africa, il giudice:
«L'operaio resti in cella»

Hamado Dabre, l'operaio del Burkina Faso residente a Bonate Sopra, arrestato per omicidio su mandato di cattura internazionale, dovrà restare in carcere. Lo ha stabilito la Corte d'Appello di Brescia, in attesa che le autorità africane formalizzino la richiesta di estradizione.

Hamado Dabre, l'operaio originario del Burkina Faso residente a Bonate Sopra, arrestato per omicidio su mandato di cattura internazionale, dovrà restare in carcere. Lo ha stabilito ieri la Corte d'Appello di Brescia, in attesa che le autorità africane formalizzino la richiesta di estradizione (hanno 40 giorni di tempo) e forniscano chiarimenti sulle indagini condotte a carico del sospettato, di cui per ora si sa pochissimo.

La vittima sua inquilina
Le uniche informazioni sono contenute nelle 19 righe della nota dell'Interpol che ha fatto scattare l'arresto di Dabre, rintracciato lunedì mattina a Lallio sul posto di lavoro. È accusato di aver avuto un ruolo nella morte di Fatoumata Banhoro, una ragazza di meno di 30 anni, avvenuta a gennaio di quest'anno a Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso. In quel periodo Dabre era infatti tornato in patria per un periodo di ferie. La giovane Fatoumata era inquilina in un appartamento di sua proprietà ed era amica della sua famiglia. Tra i due però, benché a Bonate Sopra Hamado avesse moglie e due figli (un ragazzino di 10 e una ragazza di 16), è nata una relazione. Il 6 gennaio si sono appartati in un hotel a ore, il «Motel du 15», a dieci minuti di macchina dall'aeroporto. L'appuntamento era nella stanza 125. Dabre è arrivato alle 17, la ragazza lo ha raggiunto alle 18. Alle 19,30, scadute le ore, l'addetto dell'hotel è andato ad aprire la stanza, trovando Fatoumata a terra, in coma. Portata in ospedale, è stata dichiarata morta all'una del 7 gennaio, si pensa per avvelenamento. Dabre la stessa sera era partito in aereo per fare ritorno in Italia.

La difesa: «Quale movente?»
A rivolgersi alla polizia, lo stesso 6 gennaio, era stato un certo Alpha Goudiaby, il datore di lavoro della ragazza (che faceva la segretaria contabile). Ora l'operaio residente a Bonate Sopra rischia l'estradizione. Una vicenda complessa dal punto di vista giuridico. Ad assisterlo è l'avvocato Alfio Bonomo: «Insistiamo: Dabre – dice il legale – ha ammesso subito l'incontro in motel con la ragazza, ma quella sera non fuggì: il biglietto aereo l'aveva prenotato da tempo. A sottolineare la mancanza del pericolo di fuga, va ricordato che il mio cliente non si è mai mosso da Bonate Sopra, dove ha famiglia e una casa su cui grava un mutuo ventennale. Inoltre, suo figlio più piccolo necessita di continue cure a seguito di un grave incidente stradale. Quanto al movente del presunto delitto, quale sarebbe?».
A colpire, nell'intera vicenda, è la scarsità di notizie fornite dalle autorità africane riguardo agli elementi raccolti contro il sospettato. «Le autorità italiane hanno operato secondo le leggi – precisa l'avvocato Bonomo – ma fa specie che un uomo sia detenuto in carcere con un accusa pesante, quando ancora non si sa nulla dell'indagine. Come è morta la ragazza? Quale veleno? È stata fatta un'autopsia? Sono state svolte indagini?».


Vittorio Attanà

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