Treviglio, «concorso irregolare»
Il Tar dopo 12 anni gli dà ragione

«Era un concorso irregolare del quale sono stato vittima e il Tar l'ha annullato, accogliendo il mio ricorso». Parla Luis Miguel Fontanillas Rodriguez, milanese di origini spagnole, che nel 2000 partecipò a un concorso indetto dall'A.O. di Treviglio.

«Era un concorso irregolare del quale sono stato vittima e il fatto che il Tar l'abbia annullato, accogliendo il mio ricorso, è emblematico». A sostenerlo è il dottor Luis Miguel Fontanillas Rodriguez, milanese di origini spagnole, che nel 2000 partecipò a un concorso indetto dall'Azienda ospedaliera di Treviglio per due posti di dirigente medico di primo livello per la neuropsichiatria infantile.

La prova tecnico-pratica del neuropsichiatra, in servizio all'ospedale di Crema dal 2001, non venne ritenuta sufficiente: ciò indusse lo stesso medico a ricorrere al Tar, mentre i due posti disponibili vennero assegnati ad altrettante colleghe, le stesse che ora rischiano di perdere il posto alla luce dell'annullamento del concorso, sentenziato in primo grado dai giudici amministrativi di Milano.

«Avevo denunciato una serie di vizi – ha spiegato il medico – primo fra tutti, durante la prova pratica, l'assenza di alcuni componenti della commissione giudicatrice che di fatto violava il principio di collegialità. Inoltre – ha proseguito – c'è stata una disparità di trattamento perché la commissione valutò negativamente solo la mia prova nonostante la diagnosi da me espressa fosse la stessa degli altri candidati». Motivazioni che rientravano nel ricorso al Tar presentato dall'avvocato Giorgio Barbini di Milano, ora accolte e dunque capaci di mettere in forse l'esito del concorso. L'Azienda dovrà ora nominare una commissione per decidere se rifare totalmente o parzialmente il concorso. Luis Miguel Fontanillas Rodriguez ai tempi del concorso in questione aveva 48 anni e lavorava al presidio di neuropsichiatria di Zogno con contratto di specialistica ambulatoriale: «Sono tranquillo perché sono dalla parte della ragione».

Il suo legale e quello dell'Azienda ospedaliera hanno avviato i contatti per trovare una soluzione al caso. Chi sta vivendo momenti di angoscia sono le due dottoresse vincitrici di quel concorso: Silvia Prola, in servizio al presidio di Verdello, e Sonia Bajo, a Bonate Sotto, erano a conoscenza del ricorso, ma non si erano preoccupate di presentare un eventuale controricorso. Ora sperano che si trovi una soluzione, altrimenti dovrebbero, nel rispetto della sentenza, ricominciare daccapo e partecipare al nuovo ed eventuale concorso.

Il direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Treviglio, Cesare Ercole, ha commentato: «Il ricorso era stato proposto contro l'Azienda ospedaliera e nei confronti delle dottoresse collocate in graduatoria le quali, peraltro, non si sono costituite in giudizio per difendere la legittimità della loro nomina e non attivate per sollecitare la decisione del ricorso. Faccio presente che i tempi della giustizia, 12 anni in questo caso, non sono definiti dall'Azienda ospedaliera convenuta in giudizio, che li ha invece subiti, ma da chi ha proposto il ricorso e dal Tar». A seguito della sentenza l'Azienda ospedaliera si è subito attivata con i legali delle altre parti, come spiegato dal direttore generale Cesare Ercole: «Lo abbiamo fatto per individuare possibili soluzioni, entro i limiti consentiti dalla legge, per evitare le conseguenze temute soprattutto ai danni delle due nostre dipendenti. Soluzioni, non certo per ragioni imputabili all'Azienda, che non sono state ancora individuate – ha concluso Ercole –: per ora dovremo ottemperare, nei termini di legge, alla sentenza tra l'altro non ancora notificata».

Fabrizio Boschi

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