Nuovo ospedale, pazienti al centro
L'assistenza sarà «su misura»

Il giorno annunciato per il trasloco dei degenti dagli Ospedali Riuniti al nuovo ospedale di Bergamo (secondo le previsioni sarà sabato 15 dicembre) si sta avvicinando, ma la «rivoluzione» che coinvolgerà tutti gli operatori sanitari è già cominciata.

Il giorno annunciato per il trasloco dei degenti dagli Ospedali Riuniti al nuovo ospedale di Bergamo (secondo le previsioni sarà sabato 15 dicembre) si sta avvicinando, ma la «rivoluzione» che coinvolgerà tutti gli operatori sanitari, dal punto di vista dell'approccio alla cura e all'assistenza dei malati, è già cominciata da tempo.

I pazienti e tutti gli utenti potranno «toccarla con mano» sin dalla prima giornata di apertura del Papa Giovanni XXIII: è l'organizzazione dell'ospedale a «intensità di cura». E in prima linea, in questa nuova filosofia di approccio al paziente, che mette il malato al centro e gli operatori a «modulare» i loro interventi in base ai suoi bisogni, ci saranno gli infermieri, le ostetriche e tutto il personale socio-assistenziale, oltre agli addetti alla cosiddetta area tecnica sanitaria (dai tecnici di radiologia a quelli di laboratorio).

Si tratta di un piccolo esercito, dando un'occhiata ai numeri: 1.600 tra infermieri e ostetrici, 300 operatori per l'area tecnica sanitaria, 150 addetti alla riabilitazione, 240 operatori di supporto (per esempio i cosiddetti Oss, ovvero operatori socio sanitari di supporto) e 130 persone come ausiliari e operatori alberghieri.

«L'innovazione organizzativa ha come punti cardine precisi elementi. Per sintesi, al primo posto c'è l'appropriatezza assistenziale, seguita dalla presa in carico del paziente e la personalizzazione dell'intervento, quindi il livello dell'assistenza adeguato alla complessità di bisogni del malato - spiega Simonetta Cesa, direttore della Direzione delle professioni sanitarie dell'Azienda Riuniti -. Il cambiamento dell'organizzazione dell'assistenza, dal punto di vista delle degenze, sarà certamente una novità immediatamente percepibile per i pazienti perché si lavorerà "raggruppando" i malati in base alle complessità assistenziali. I piani assistenziali verranno organizzati in moduli, ognuno con 10-13 pazienti. Ognuno di questi moduli avrà un infermiere di riferimento che risponderà ai loro bisogni, supportato ovviamente da altro personale. Un infermiere per turno. Sono gli effetti più tangibili di un ospedale organizzato su intensità di cura».

Organizzazione, che, estesa su tutto l'ospedale, prevede una fascia di «alta intensità», che corrisponde alla cosiddetta area critica, cioè le terapie intensive e sub intensive, le sale operatorie, e alcune aree di diagnostica e cura concentrate nella cosiddetta «piastra tecnologica».

«Per l'alta intensità di cura l'assistenza infermieristica è organizzata in modo ancora più "personalizzato", con un rapporto di 1 infermiere per due malati, in particolare per le terapie intensive, e con specificità specialistiche, dall'area cardiovascolare alle neuroscienze».

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