Il sogno dell'ex camionista
«Insegnerò sci ai disabili»

«Cadere, rialzarsi e poi correre più forte di prima. E detto da me, che sono in carrozzina, è molto significativo». Nuova vita per l'ex camionista di Albino Mauro Bernardi che ora insegnerà sci ai disabili, come lui.

«Cadere, rialzarsi e poi correre più forte di prima. E detto da me, che sono in carrozzina, è molto significativo». È molto significativo se il cadere coincide con un incidente stradale che può spezzarti la vita, oltreché la colonna vertebrale. Se il rialzarsi è fatto di riabilitazione e fisioterapia, curricula rifiutati, un lavoro in un punto vendita di allestimenti e materiali per disabili, un posto come consigliere nell'Associazione disabili bergamaschi e tanti incontri nelle scuole sulla prevenzione degli incidenti stradali. Ed è molto significativo se il correre più forte di prima significa realizzare un sogno che da normodotati non si riusciva a conseguire. È la storia di Mauro Bernardi, 35 anni di Albino, che da quest'inverno sarà il primo maestro di sci alpino diversamente abile ad insegnare sulle piste. E lo potrà fare grazie a un progetto nato con l'azienda «Nicoli Trasporti», presso cui Mauro lavorava come camionista prima dell'incidente, che gli ha dato un camper con il quale spostarsi nelle diverse stazioni sciistiche. Una vita nuova Dopo l'incidente, la vita di Mauro avrebbe potuto subire un brusco arresto.

Invece, grazie alla sua forza di volontà e al prezioso sostegno della moglie Claudia, ha iniziato una vita nuova. «Era il 31 agosto del 2005 ed ero diretto con il mio camion a Padova per una consegna - ricorda ?. Viaggiavo in prima corsia quando un tir mi si è messo davanti, all'altezza dell'autogrill di Dalmine. L'impatto è stato violentissimo. Ho capito subito che era successo qualcosa di grave: non sentivo più niente dalla vita in giù. Ma ero contento di essere vivo». In seguito alla riabilitazione Mauro inizia a cercare un lavoro, aprendo nel 2008 un punto vendita di materiali per l'autonomia dei diversamente abili a Solza, nell'Isola bergamasca. Diventa consigliere dell'Associazione disabili bergamaschi e partecipa a degli incontri nelle scuole per sensibilizzare i ragazzi. Nel frattempo continua a coltivare la propria passione per lo sci: «Mi sono avvicinato al monosci per merito della Scuola sci Colere Polzone e dell'istruttore di sci alpino Stefano Belingheri - racconta Mauro -. Nel giugno del 2011 ho superato la selezione per accedere al primo corso di formazione professionale per maestri di sci disabili, promosso dalla "Snowsports academy San Marino". Ora sono pronto a far conoscere a tutti questo bellissimo progetto, chiamato "Scie di passione everywhere"».

Mauro partirà con il suo camper già dalle prime nevicate, e si muoverà lungo tutto l'arco alpino, Svizzera compresa: «Questo progetto - spiega - mi permetterà di operare sul territorio e di far conoscere il mondo della disabilità, dando la possibilità alle persone meno fortunate di godere di quei privilegi dei quali ogni normodotato ha libero accesso. Per quanto mi riguarda, la cosa più bella e paradossale è che nella disabilità riuscirò a fare ciò che non riuscivo a fare nella precedente condizione».

Come funzionerà il suo lavoro? «Insegnerò ai disabili l'uso del monosci, accompagnato da un assistente maestro o da un allievo che sta frequentando un corso di formazione. Insegnerò anche ai maestri di sci presenti nelle varie località e agli accompagnatori dei disabili. Sarà una formazione a 360 gradi. Ma non finisce qui. Perché in ogni località in cui andrò, svolgerò una relazione sulle condizioni di accessibilità della stazione sciistica. In sintesi, fornirò ai gestori, ai rifugi e alberghi e alle scuole sci le indicazioni necessarie per trasformare siti o situazioni da inaccessibili a accessibili. Grazie a Nicoli Trasporti, infine, avrò il mezzo con cui spostarmi e in cui tenere l'attrezzatura per l'insegnamento ai disabili, che proprio in questi giorni sto completando grazie ad altri sponsor». Una scia da seguire Ora che Mauro ([email protected]) sta raggiungendo il suo sogno, però, vorrebbe che se ne realizzassero altri: «Mi sento come un granello di sabbia che può coinvolgere altri granelli. Espandere questo progetto fa solo del bene ed io vorrei urlare che si può fare. Ci sono tante persone disabili che vorrebbero avvicinarsi allo sport, al mondo dello sci e, perché no, diventare maestri di sci come me. Mi auguro che grazie alla mia esperienza questa nuova professione venga normata».

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