Piffari lascia Di Pietro e segreteria
«Dalla mia parte il 50% dell'Idv»

Sergio Piffari lascia l'Italia dei Valori, dimettendosi da iscritto e da segretario regionale. La decisione è stata comunicata questa mattina durante una conferenza stampa. Piffari ora entrerà fra i moderati e riformisti di Massimo Donadi, ex capogruppo Idv alla Camera.

Sergio Piffari lascia l'Italia dei Valori, dimettendosi da iscritto e da segretario regionale. La decisione è è stata comunicata ufficialmente questa mattina durante una conferenza stampa a Palazzo Frizzoni. Piffari ora entrerà fra i moderati e riformisti di Massimo Donadi, ex capogruppo Idv alla Camera, che come lo stesso Piffari si è allontanato dal leader Antonio Di Pietro. Una rottura quella con Di Pietro ribadita in conferenza da Piffari.

“Ho notato in lui un atteggiamento di chiusura. Ho cercato il dialogo con lui in questi giorni, ma è prmai chiuso nel suo progetto”. Prossimo obiettivo di Piffari, l'affermazione dei moderati in ambito regionale a sostegno di Ambrosoli e successivamente a livello nazionale E a proposito di elezione e consensi Piffari ha aggiunto: “Credo che il 50% dell'Idv sia pronta a spostarsi dalla mia parte”.

L'ormai ex esponente dell'Italia dei lavori ha ricordato in ogni caso di essere “oroglioso delle battaglie sostentue”, ma ora “ci siamo dimenticati i nostri principi. Dovevamo costruire un partito di governo, ci siamo sempre richiamati al bipolarismo. Invece le scelte che negli ultimi mesi stanno alla guida dell'Italia dei Valori sono contrarie a questi principi”. Piffari ha contestato “la lista arancione, il quinto polo, il cartello con Rifondazione, con i verdi di Bonelli”.

Successivamete alla conferenza, Piffari ha inviato un comunicato nel quale si legge: “Il percorso politico tracciato dal Presidente Di Pietro e dell'Italia dei Valori in questo delicato momento storico vissuto dal nostro paese non corrisponde più ai principi e ai valori che diversi anni fa mi hanno portato ad aderire all'IDV e al suo progetto politico. Dopo tutti questi anni di lavoro in cui ho ricoperto importanti incarichi politici e di partito, di cui vado fiero e per i quali ringrazio tutti i militanti, sostenitori e colleghi, personalmente non nascondo un profondo dispiacere dal punto di vista umano. A livello politico, infatti, mi aspettavo che l'IDV proseguisse con coraggio il proprio percorso basato su un riformismo democratico e liberale post ideologico teso a creare una concreta alternativa di governo come dimostrato, ad esempio, dalla proficua attività dell'on. Di Pietro quando fu Ministro delle Infrastrutture”.

“In questo momento la politica dell'Italia dei Valori sta tradendo il principio di concretezza della politica del fare, inseguendo onde emozionali e radicalismi di protesta incapaci però di offrire al paese e alla comunità internazionale le risposte che servono per reagire alla sempre più grave crisi economica e sociale che sta soffocando famiglie, lavoratori e imprese italiane da troppo tempo. La politica deve tornare ad essere politica con la P maiuscola, fatta con passione e spirito di sacrificio. Una vocazione e non un mestiere. Tuttavia la classe dirigente italiana oggi più che mai deve garantire responsabilità e concretezza assumendosi anche il rischio di scelte impopolari e non inseguire in modo demagogico il diffuso e legittimo malcontento per accrescere le proprie preferenze. Per questo non posso non aderire pienamente al progetto politico del centro sinistra e del candidato premier Bersani”.

“Non aver compreso il progetto politico di un grande centro-sinistra e della legalità al quale ho deciso di aderire, rappresenta l'ennesima occasione persa dall'Italia dei Valori per dimostrare maturità politica e capacità di governo, più volte ribadito a parole ma troppe volte smentito nei fatti. Il nostro movimento ha già registrato numerose adesioni e non solo da eletti o dirigenti IDV ma anche da lavoratori, imprenditori moderati liberali e progressisti. In regione Lombardia in molti hanno deciso di impegnarsi in questo progetto senza pretese ma pronti ad accettare il giudizio della gente”.

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