Villaggio Brebemi, aria di festa
dove il lavoro non finisce mai

I lustrini delle feste tra corridoi di polvere, gru e cemento sono lontani, lontanissimi. Niente addobbi, neppure un alberello. Ma nel villaggio-dormitorio della Brebemi a Treviglio gli operai contano le ore. «Non vedo l'ora, si torna a casa».

I lustrini delle feste tra corridoi di polvere, gru e cemento sono lontani, lontanissimi. Niente addobbi, neppure un alberello. Ma nel villaggio-dormitorio della Brebemi a Treviglio gli operai contano le ore. «Non vedo l'ora, si torna a casa».

I cantieri Brebemi si fermano fino a Capodanno. A Salvatore brillano gli occhi. «Si torna dalla famiglia, a Napoli». Sarà un bel Natale per lui e i tanti operai impegnati nel maxi cantiere. Un anno fa, di questi tempi, nel pieno del vortice dell'inchiesta Locatelli, c'era l'angoscia e il timore di restare a piedi.

La notizia del dissequestro del tracciato era arrivata giusto qualche giorno prima di Natale, donando agli operai il regalo più bello: la garanzia di poter tornare a lavorare.

Salvatore era già qui. «Ormai sono due anni. Stiamo lavorando tanto e bene, tutto lavoro di qualità». Dura? «Alla malinconia ci sono abituato, ho sempre girato. Ho iniziato con l'Alta velocità Roma-Firenze, poi sono arrivate tante altre di opere importanti. Sai che soddisfazione quando passo per una strada e dico ai miei figli “questa l'ha fatta papà”».

Durante le pause gli operai tornano nelle casette prefabbricate che li ospitano. «Abbiamo 188 posti letto, tutti occupati, più ce ne sono una cinquantina a Urago. Chi resta fuori prende in affitto appartamenti in zona. Ne hanno presi a decine» spiega Daniele Cappellino, direttore del cantiere di Cassano. Anche lui, originario di Cuneo, da tre anni e mezzo si è trasferito con la famiglia a Treviglio per seguire la Brebemi.

Tutta la storia del Natale in cantiere su L'Eco di Bergamo del 24 dicembre

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