Dalmine: giudice in maternità
Slitta la sentenza Rea-Comune

Da settembre 2012 al 2013. Arriverà probabilmente con un anno di ritardo la tanto attesa sentenza sulla convenzione che regola i rapporti (definendo royalties e sconti sul costo di smaltimento) fra la Rea del gruppo Green Holding , che gestisce l'inceneritore di Dalmine, e il Comune.

Da settembre 2012 al 2013. Arriverà probabilmente con un anno di ritardo la tanto attesa sentenza sulla convenzione che regola i rapporti (definendo royalties e sconti sul costo di smaltimento) fra la Rea del gruppo Green Holding, che gestisce l'inceneritore di Dalmine, e il Comune di Dalmine.

«Era attesa lo scorso settembre - afferma il sindaco Claudia Terzi - ma, causa maternità del giudice che si sarebbe dovuto pronunciare in merito, è stata rimandata a data da destinarsi». Fatti due conti dovrebbe arrivare il prossimo settembre.

Lo slittamento non è ritenuto favorevole per il Comune che dall'ottobre 2010 non sta prendendo royalties. La società ha smesso di pagare proprio dopo aver promosso al Tribunale di Bergamo la causa giudiziaria con la quale ha chiesto l'annullamento della convenzione (stipulata nel 1997) in base alla quale riconosceva al Comune, per ricompensarlo dell'impatto ambientale dell'inceneritore, contributi economici detti appunto royalties.

«Basandoci su questa entrata fissa, di circa 900 mila euro – spiega il primo cittadino – il Comune ha dato il via ad alcuni servizi per la popolazione che ora, venendoci meno, stiamo incontrando grandi difficoltà a mantenere». Dal 2010 la Rea ha smesso anche di applicare lo sconto, previsto sempre in convenzione, del 40% sul costo di smaltimento dei rifiuti di Dalmine.

Il Comune quindi oltre a non incassare royalties sta pagando di più per lo smaltimento? «Nemmeno per sogno - spiega il sindaco -. La società continua a inviarci in municipio fatture con il costo dello smaltimento fissato in 113 euro a tonnellata. Noi le contestiamo una a una e poi paghiamo secondo quanto previsto in convenzione, ossia 53 euro».

Leggi di più su L'Eco di lunedì 7 gennaio

© RIPRODUZIONE RISERVATA