Liberi Zambelli e Mercadante
Ma a Milano ci sono altri indagati

Dario Zambelli e Patrizio Mercadante tornano in libertà. Lo ha disposto ieri il gip Maria Vicidomini che, su richiesta della Procura di Milano, ha revocato gli arresti domiciliari. Ma nell'inchiesta su appalti truccati e corruzione spuntano nuovi nomi.

Dario Zambelli e Patrizio Mercadante tornano in libertà. Lo ha disposto ieri il gip Maria Vicidomini che, su richiesta della Procura di Milano, ha revocato gli arresti domiciliari. Ma nell'inchiesta su appalti truccati e corruzione spuntano nuovi nomi.

Si tratterebbe, secondo alcune indiscrezioni, di imprenditori bresciani che i pm milanesi Tiziana Siciliano e Grazia Pradella hanno iscritto nel registro degli indagati. Secondo le accuse, avrebbero avuto un ruolo in presunte turbative d'asta. Altro non trapela dal riserbo che si è imposto chi indaga. L'inchiesta, dunque, è tutt'altro che esaurita, anzi pare allargarsi. La liberazione dei due bergamaschi Zambelli e Mercadante era scontata, visto che i termini della custodia cautelare sarebbero scaduti oggi.

I pm milanesi hanno però voluto anticipare di qualche ora la liberazione, con i carabinieri che ieri pomeriggio si sono presentati nelle abitazioni dei due bergamaschi a notificare il provvedimento. I due erano finiti in carcere lo scorso ottobre, nell'ambito di un'inchiesta sulle case vacanza del Comune di Milano. Zambelli, che abita a Stezzano, secondo l'accusa, in qualità di amministratore (s'è dimesso nel corso dell'indagine) di società di turismo controllate dalla Cisl, avrebbe partecipato a gare d'appalto per la gestione delle colonie per bambini senza averne i requisiti.

A predisporre il bando su misura, sempre secondo i pm milanesi, sarebbe stato Mercadante, residente a Bergamo, responsabile del servizio «Minori e giovani» del Comune di Milano e uomo di fiducia della bergamasca Mariolina Moioli (estranea all'inchiesta), assessore dell'allora Giunta di Letizia Moratti. Mercadante, che dopo la sconfitta della Moratti era passato a dirigere la Zona 6 di Milano, secondo le contestazioni, avrebbe fatto vincere gare del valore di oltre 32 milioni di euro a Zambelli, titolare di due società di viaggi, Bertunitour e Borgunitour. Per le mani di Zambelli sono passate numerose società del settore, tra cui la Cisl Bergamo Turismo srl. Mercadante, già preside dell'istituto superiore Quarenghi di Bergamo, sempre in qualità di funzionario del Comune di Milano è anche accusato di corruzione perché avrebbe concesso alla Fondazione Pini di Milano un finanziamento di 100 mila euro per un concorso scolastico in cambio di una consulenza ritenuta fittizia. Senza più obblighi da ieri anche a Giulia Pezzoli, di Seriate, all'epoca collaboratrice della Moioli: la donna era finita inizialmente ai domiciliari, ottenendo in seguito una misura cautelare più tenue.

Revocati i domiciliari anche al milanese Antonio Picheca, segretario generale dell'Istituto dei ciechi e commissario della Fondazione Pini, accusato di far parte di quella «cerchia» che si muoveva col sistema dello «scambio di favori». Della revoca delle misure cautelari sono soddisfatte le difese. «Sono lieto di questa decisione - dichiara l'avvocato Roberto Bruni, che assiste Zambelli -, anche se credo sia arrivata troppo tardi. Secondo noi, infatti, le esigenze cautelari erano insussistenti già da tempo». Per la difesa, infatti, le dimissioni di Zambelli da ogni incarico societario avevano già da tempo fatto venir meno i supposti pericoli di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove.

«Apprendiamo con soddisfazione la notizia della revoca delle misure, anche se riteniamo che neppure a monte ci fossero esigenze cautelari - osserva l'avvocato Benedetto Maria Bonomo, difensore di Mercadante -. Abbiamo sempre ritenuto ingiustificata l'applicazione di una misura cautelare, soprattutto quella così dura come il carcere, per il nostro assistito. Si è partiti coi titoloni dei giornali, dicendo che il nostro assistito era corrotto. Invece ora ci sembra che il quadro abbia subìto un ridimensionamento. Lo attesta anche la decisione della Giunta Pisapia che, dopo l'arresto, aveva deciso di sospendere Mercadante e che ora ha di fatto congelato la sospensione, ritenendo opportuno attendere gli sviluppi dell'inchiesta».

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