Valbondione: la scout morta
per un gioco con i gavettoni

Quel gioco di abilità lo avevano già fatto altre volte, gli scout: una specie di slalom in discesa sulla neve con le camere d'aria. L'obiettivo era riuscire, in corsa, a lanciare un palloncino pieno d'acqua e colpire un piccolo bersaglio di legno lungo il tragitto.

Quel gioco di abilità lo avevano già fatto altre volte, gli scout: un percorso, una specie di slalom in discesa sulla neve con le camere d'aria. L'obiettivo era riuscire, in corsa, a lanciare un palloncino pieno d'acqua e colpire un piccolo bersaglio di legno, posizionato lungo il tragitto.

Chiara e la sua amica dodicenne erano le ultime della batteria, venerdì scorso sul pendio dell'agriturismo Salvasecca di Valbondione. A differenza degli altri scout, però, la camera d'aria su cui si trovavano le due ragazze ha preso troppa velocità, andando a sbattere contro la recinzione, che non ha tenuto.

Poi Chiara ha proseguito la sua corsa per altri cinque metri, venendo inghiottita dal vuoto e precipitando nel dirupo dove già altre due persone nel 2005 (il precedente titolare dell'azienda agricola, Flavio Rodigari, e suo suocero Lorenzo Albricci) persero la vita.

Secondo quanto ricostruito, dunque, altri scout prima di Chiara e della sua amica dodicenne erano scesi lungo quel pendio, con camere d'aria e gavettoni. Nessuno, però, aveva raggiunto una velocità tale da schiantarsi contro la recinzione che separava la discesa dal precipizio.

Mercoledì mattina, su disposizione del pm Fabrizio Gaverini, sul pendio di Salvasecca è stata effettuata una simulazione, per verificare la traiettoria dei gommoncini e soprattutto la tenuta della barriera. Camere d'aria riempite di pesanti sacchi sono state fatte scendere lungo il pendio. Si è appreso che il test è stato effettuato quattro volte, in punti dove la barriera che precede il precipizio era ancora integra. Per due volte la recinzione si è rotta.

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