Domiciliari al presunto stupratore
Il ministro: una scelta tecnica

«I domiciliari? Sono una scelta tecnica del giudice». Così il ministro della Giustizia Paola Severino a «Prima di tutto», su Rai radio 1, commentando il presunto stupro a Bergamo. «Comprendo le tensioni perchè il caso è terribile» ha aggiunto.

I domiciliari? Sono una scelta tecnica del giudice. Così il ministro della Giustizia Paola Severino a «Prima di tutto», su Rai radio 1, commentando il presunto stupro a Bergamo.

«Comprendo le tensioni perchè il caso è terribile, orrendo, aggravato ancor di più dallo stato di gravidanza della giovane vittima - ha aggiunto Severino - È atroce pensare che una ragazza non possa prendere la macchina al parcheggio senza rischiare di essere violentata».

A proposito della concessione dei domiciliari al presunto stupratore e della protesta dei cittadini, il ministro ha ricordato che «il nostro codice prevede da sempre che si possa attendere la sentenza in carcere o ai arresti domiciliari, è una scelta tecnica del giudice, che certamente avrà valutato i precedenti dell'uomo ritenendo che i suoi trascorsi non comportassero pericolo di fuga o di reiterazione del reato e che, perciò, la detenzione ai domiciliari potesse essere sufficiente».

Per il ministro gli arresti domiciliari in questo caso sono una misura cautelare in attesa del giudizio.

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