Maxi inchiesta per spaccio
Patteggia 2 anni e otto mesi

Era finito in manette nell'ambito di un'ampia operazione anti spaccio portata a termine dai carabinieri di Ros e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, che aveva portato all'esecuzione di ben 52 ordini di custodia cautelare: martedì 29 gennaio F. A., 58enne di origine calabrese, da tempo residente a Osio Sotto, titolare di un locale a Solza, unico «bergamasco» colpito dall'operazione, ha patteggiato in udienza preliminare due anni e otto mesi di reclusione, oltre a 12 mila euro di multa.

Secondo quanto contestato, più nello specifico il 58enne, difeso dall'avvocato Roberto Bruni, avrebbe ceduto cocaina a uno degli altri coinvolti nell'inchiesta, pare ben apparentato con le cosche calabresi: il fatto sarebbe successo, stando alle indagini, il 21 giugno 2010. Per gli inquirenti si sarebbe trattato di un vasto giro di traffico internazionale di cocaina, gestito da Milano, e più esattamente sfruttando un appartamento del centro e alcuni bar e locali come punti di riunione per i vertici delle bande malavitose e l'organizzazione degli acquisti di cocaina. L'indagine aveva preso avvio dall'omicidio del narcotrafficante Natale Rappocciolo, il 27 giugno 2009 a Pioltello (Milano), e aveva portato il Ros a individuare il traffico di droga che dal Sudamerica arrivava in Italia.

I militari erano riusciti a ricostruire l'organizzazione, arrestando 52 componenti tra Basilicata, Calabria, Puglia, Veneto, Lombardia, Sicilia e Piemonte: dopo una prima operazione antidroga le cosche del Nord si erano riorganizzate facendo ripartire i traffici, e avevano collocato Bruno Pizzata, esponente della cosca Strangio di San Luca (arrestato nel febbraio 2010 in Germania), a coordinare l'importazione di coca, destinata anche ad altri Paesi europei.

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