Influenza, assalto al pronto soccorso
ma il virus non è dei più cattivi

Siamo nel pieno dell'epidemia influenzale. Al pronto soccorso dell'ospedale Papa Giovanni XXIII nelle ultime 2 settimane si è registrato un aumento di circa 20 accessi al giorno, tutti in codice verde e in gran parte riconducibili all'influenza.

Siamo nel pieno dell'epidemia influenzale. Al pronto soccorso dell'ospedale Papa Giovanni XXIII nelle ultime 2 settimane si è registrato un aumento di circa 20 accessi al giorno, tutti in codice verde e in gran parte riconducibili all'influenza. Una buona notizia c'è: il virus di quest'anno non è dei più cattivi e raramente porterà a complicanze.

«La caratteristica principale di questa influenza è la febbre, che dura anche parecchi giorni – spiega Maurizio Ruggeri, pediatra al Papa Giovanni –. Abbiamo diversi accessi in pronto soccorso di genitori preoccupati perché la temperatura dei figli non scende e dura più dei canonici 3 giorni. Non bisogna allarmarsi: è normale che la febbre possa protrarsi anche dai 5 ai 7 giorni. Gli unici farmaci da usare sono antipiretici, tachipirina e paracetamolo, e non gli antibiotici, che in questo caso non servono. La cosa positiva è che il febbrone, che arriva tranquillamente a 39 gradi e mezzo, si spegne senza conseguenze. Non abbiamo riscontrato esiti di bronchiti, polmoniti o altre complicanze».

La curva epidemica, secondo i dati forniti dalla Regione Lombardia, è molto simile a quella dell'anno scorso: il picco dovrebbe già essere stato raggiunto in questi giorni. «Dalla prossima settimana è già prevista la discesa e il grosso dei casi dovrebbe esaurirsi in un mese – spiega Giancarlo Malchiodi, responsabile del servizio di igiene e sanità pubblica dell'Asl di Bergamo –. Poi potranno esserci casi sporadici in marzo e aprile, ma sono rari, come quelli che abbiamo avuto in dicembre, perlopiù legati a persone che hanno preso l'influenza viaggiando fuori dall'Italia. L'andamento è sempre lo stesso: i casi aumentano a fine gennaio e, a seconda degli anni, raggiungono l'apice a inizio o a fine febbraio».

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