Parlamento, ecco i «trombati»:
Fini, Di Pietro, Ingroia e Giannino

Alcuni la chiamano «sindrome di Montecitorio», altri ne danno spiegazioni politiche. Sta di fatto che a Gianfranco Fini tocca la stessa sorte che toccò a Fausto Bertinotti nel 2008: ovvero, restare fuori dal Parlamento dopo aver guidato la Camera dei Deputati.

Alcuni la chiamano «sindrome di Montecitorio», altri ne danno spiegazioni politiche. Sta di fatto che a Gianfranco Fini tocca la stessa sorte che toccò a Fausto Bertinotti nel 2008: ovvero, restare fuori dal Parlamento dopo aver guidato la Camera dei Deputati.

Ma il leader di Fli non è il solo escluso eccellente della tornata elettorale. O come ha scritto Palazzo Chigi su Twitter, con una gaffe non proprio istituzionale, «Parlamento, ecco i trombati eccellenti». Il cinguettio poco dopo è stato cancellato con tanto di scuse dallo staff del governo: «Un tweet partito erroneamente. Ci scusiamo con gli utenti».

A subire la mannaia degli sbarramenti di coalizione e di lista c'è tutta Rivoluzione Civile, a partire dall'ex pm Antonio Ingroia: c'è il leader Idv Antonio Di Pietro e i capi dei partiti dell'intesa, Oliviero Diliberto, Angelo Bonelli e Paolo Ferrero. Sotto il 4%, e quindi escluso, anche il capo di «Fare per Fermare il Declino», Oscar Giannino a cui è rimasta la magra consolazione di poter twittare di aver «fatto perdere a Berlusconi la Camera».

Restano fuori anche due siciliani illustri come il leader di Grande Sud Gianfranco Miccichè e quello dell'Mpa Raffaele Lombardo. Tra gli esclusi di Futuro e Libertà anche Italo Bocchino, mentre è eletto al Senato Benedetto Della Vedova. Al Senato non entra l'ex presidente della Commissione giustizia della Camera e candidata alla presidenza della Regione Lazio, Giulia Bongiorno.

Trasloca da Montecitorio a Palazzo Madama un altro ex presidente, ovvero Pier Ferdinando Casini, che però rimane orfano di uno dei suoi più stretti e storici collaboratori, Roberto Rao. Ancora un ex presidente, ma del Senato, Franco Marini, non ce la fa in Abruzzo. Altra vittima della sconfitta del centrosinistra in Abruzzo è Anna Paola Concia, che non riesce a passare dalla Camera al Senato.

Rimane al palo anche Mario Sechi, ex direttore del «Tempo», candidato di Scelta civica in Sardegna. Parlamento off limits inoltre per uno stretto collaboratore di Mario Monti, come Enzo Moavero Milanesi, ministro degli Affari europei. Out pure Mauro Libè (Udc), Giuliano Cazzola (lista Monti ed ex deputato Pdl) e Roberto Natale, candidato di Sel al Senato in Umbria e Marche, ex presidente della Federazione nazionale della Stampa. Mentre non passa uno dei fondatori di Fratelli d'Italia, Guido Crosetto.

Infine due rientri «eccellenti» e, stando alle previsioni prima delle elezioni, imprevisti: dovrebbero essere eletti, qualora Silvio Berlusconi non opti in Abruzzo e in Calabria, i due ex Idv Antonio Razzi e Domenico Scilipoti.

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