Istituto Vittorio Emanuele II
150 anni di storia e traslochi

Compie 150 anni l'Istituto Vittorio Emanuele II, fondato nel 1862 come Regio Istituto tecnico. Dapprima ospitato nella pretura in città alta, nel 1873 si era trasferito nell'attuale sede della Biblioteca Mai, allora ancora senza facciata.

Compie 150 anni l'Istituto Vittorio Emanuele II, fondato nel 1862 come Regio Istituto tecnico. Dapprima ospitato nella pretura in città alta, nel 1873 si trasferisce nell'attuale sede della Biblioteca Mai, allora ancora senza facciata. Nei saloni affrescati vengono montati laboratori meccanici e chimici e ospitato il nucleo originario del museo di scienze, con le collezioni naturalistiche e l'erbario di Lorenzo Rota. La sezione industriale, sostenuta dalla Società Industriale Bergamasca, nel 1888 viene portata nell'ex cotonificio Zuppinger in via Masone e in città alta restano solo le sezioni fisico-matematica e commercio-ragioneria. Gli alunni nel 1876 sono 74, di cui 33 ragionieri. Dieci studenti provengono da fuori. La Provincia finanzia 16.810 lire su un bilancio di 26.206, mentre lo stato paga 7.900 lire e il comune 1.500. In dodici anni il «Vittorio» diploma 109 ragionieri: tutti trovano lavoro, alcuni «con uno stipendio superiore a quello degli insegnanti» come nota il preside Carlo Bressan.

Dal 1864 al 1880 dall'istituto escono 29 ingegneri, 11 ragionieri, 35 bancari, 17 impiegati, 5 docenti, 19 fortunati che vivono amministrando le proprie sostanze. Nel 1880 l'Istituto ha una biblioteca tecnica di 1645 volumi e 620 opuscoli con testi pubblicati in Francia, Gran Bretagna e Germania. C'è anche un osservatorio meteorologico che collabora con la Direzione generale della Meteorologia. Viene aperta nel 1879 una cassa di risparmio interna: in sei mesi vengono emessi 70 libretti interni e 45 esterni raccogliendo quasi 560 lire. Deposito minimo 5 centesimi. Nel 1912 si pensa di riunificare tutta l'istruzione tecnico-scientifica in un'unica sede nuova da costruire sull'area dell'ex Foro Boario.

Il progetto di Michele Astori è molto intelligente: la scuola avrà un giardino alberato aperto alla città e sorgerà vicino alla stazione dei treni e dei tram. Nel primo lotto ci sono 13 aule, 6 aule speciali, 6 di disegno, 4 laboratori (fisica, elettrotecnica, chimica generale, chimica industriale). Il secondo lotto è per l'istituto industriale, che però nel 1919 trova sede nell'ex fabbrica di auto Esperia, così nel 1933 nell'ala nuova entra il neonato liceo scientifico. Nel corso degli anni il progetto originario viene rielaborato a più mani: da Marcello Piacentini a Luigi Angelini fino a Ernesto Suardo e Riccardo Brandolisio.

La storia dell'istituto su L'Eco di Bergamo in edicola

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