Non correte, c'è l'autovelox
Ma il cartello a Verdello è un falso

«Attenzione autovelox nascosto fra le case». È questo l'avvertimento che si poteva vedere su una ventina di manifesti affissi nei giorni scorsi, a Verdello. La polizia locale ora li ha rimossi, perchè non c'è nessun autovelox.

«Attenzione autovelox nascosto fra le case». È questo l'avvertimento che si poteva vedere su una ventina di manifesti affissi nei giorni scorsi, a Verdello, lungo la via della Repubblica. La polizia locale, fra martedì e sabato, ha provveduto a toglierli dal momento che l'affissione non è stata autorizzata e non corrispondono al vero dal momento che in via della Repubblica non c'è nessun autovelox.

Non si tratta solo di una burla, come inizialmente si potrebbe pensare. Ma molto probabilmente di una singolare azione di protesta da parte di alcuni residenti della zona che, affiggendo il finto cartello, volevano, incutendo in loro la paura di essere multati, spingere gli automobilisti che percorrono la via della Repubblica ad alzare il piede dall'acceleratore.

Il problema traffico sulla via Repubblica è già stato più volte sollevato da molti dei residenti nella zona residenziale attraversata dalla strada. Lo scorso maggio avevano presentato al Comune una petizione per chiedergli di intervenire. La via della Repubblica ha un rettilineo lungo più di un chilometro sul quale vige un divieto di velocità che, a seconda dei tratti, varia da 30 a 40 chilometri orari. Fino a pochi anni fa era una semplice strada di quartiere. La situazione è cambiata quando, nel 2010, è stata collegata alla provinciale 121 e, indirettamente, alla provinciale Francesca. Con questo collegamento la via della Repubblica è diventata un percorso alternativo al tratto della ex statale 42 che attraversa l'abitato di Verdello e sul quale si formano solitamente lunghe code a causa del semaforo all'incrocio con via Cavour. Diverse sono quindi le auto che, soprattutto negli orari di punta, per evitare di incolonnarsi, si riversano in via della Repubblica creando, secondo i residenti, situazioni di pericolo.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 24 marzo

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