La scout morta nel burrone
Simulazioni con l'autovelox

Passa da una formula di Fisica la soluzione del giallo sulla morte di Chiara Pappalardo, la scout quindicenne di Cinisello Balsamo precipitata in un burrone il 4 gennaio scorso mentre scendeva lungo un pendio innevato con una camera d'aria.

Passa da una formula di Fisica la soluzione del giallo sulla morte di Chiara Pappalardo, la scout quindicenne di Cinisello Balsamo precipitata in un burrone il 4 gennaio scorso mentre scendeva lungo un pendio innevato con una camera d'aria.

La ragazzina si trovava in vacanza col suo gruppo all'agriturismo Salvasecca di Valbondione, nella cui proprietà era accaduta la tragedia. Chiara, con un'amica dodicenne, era impegnata nelle discese con il «gommone». Le due erano finite contro la recinzione - sistemata in fondo al pendio, a pochi metri dal vuoto - che non aveva retto all'urto. Chiara era precipitata, l'amica era invece riuscita a salvarsi aggrappandosi alla rete della barriera.

Bisogna stabilire se la rete protettiva si sia rotta al primo schianto oppure se fosse già stata sollecitata. Per questo sono state eseguite delle simulazioni nell'ambito della super perizia disposta dal gip Tino Palestra. A febbraio, un nuovo esperimento, molto accurato. Eseguito su un tratto con la stessa pendenza e le stesse condizioni di innevamento, sempre a Valbondione, ma da tutt'altra parte: nella zona del campeggio, vicino alla pista di fondo di Casa Corti.

Ci si è serviti della solita camera d'aria, manovrata da un maresciallo dei carabinieri il cui peso s'avvicina alla somma di quello delle due scout. Il gommone con il sottufficiale è stato lanciato lungo la discesa. Al termine del tragitto non c'era un rilevatore di velocità, simile a un autovelox, per registrare a quanto viaggiasse il maresciallo.

I super esperti del gip, che avrebbero dovuto presentare gli esiti della perizia in questi giorni, hanno chiesto una proroga al 27 maggio. Il giudice ha fissato l'udienza per discutere i risultati dell'incidente probatorio il 7 giugno.

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