Il «fiume» rosso nel Sebino
Non è un'alga, forse scarichi

Sorpresa, non è un'alga. Almeno non di quelle che si osservano abitualmente nel lago d'Iseo. La patina che da sabato ha striato il Sebino dalla foce dell'Oglio tra Pisogne e Costa Volpino è scesa pian piano verso il basso lago.

Sorpresa, non è un'alga. Almeno non di quelle che si osservano abitualmente nel lago d'Iseo. La patina che da sabato ha striato il Sebino dalla foce dell'Oglio tra Pisogne e Costa Volpino è scesa pian piano verso il basso lago e il colore marrone e rosso acceso dei primi giorni è andato virando al giallo-ruggine.

Ma contrariamente a quello che quasi tutti in un primo momento pensavano, esperti compresi e compresa la gente del lago, i primi esiti dei campionamenti condotti dall'Arpa escludono che si tratti di un'alga delle specie più abituali.

Allora, cos'è? «Per il momento - spiega Giulio Sesana, direttore della sede di Brescia, competente sul Sebino, dell'Agenzia regionale per l'ambiente - possiamo solo dire cosa non è: non è una delle alghe principalmente presenti sul lago d'Iseo. Stiamo proseguendo gli accertamenti per capire se di tratta di qualche altra specie».

«Anche dal punto di vista dell'analisi chimica, i primi campioni rilevano concentrazioni nella norma di parametri come ammoniaca, tensioattivi, metalli e altro. Sono leggermente mossi e vicino ai limiti superiori il Ph e la conducibilità. Al momento non possiamo escludere che si tratti di sostanze legate a scarichi civili o di origine industriale. Andiamo avanti con le analisi e un quadro più preciso l'avremo nei prossimi giorni».

C'è una certezza, anche se l'ufficialità è attesa per oggi: dai laboratori di Trescore del Dipartimento di prevenzione dell'Asl trapela che i parametri microbiologici dell'acqua sono nella norma. Nei campioni prelevati lunedì non compaiono concentrazioni allarmanti di enterococchi intestinali ed escherichia coli (provenienti dalle fognature), dunque dal punto di vista della normativa per il capitolo balneabilità saremmo al sicuro.

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