Pane bergamasco a km 0: boom
Prodotti già 23 mila quintali

Terzo anno per il pane a km zero, ovvero prodotto a Bergamo. E risultati sono sempre più positivi. Nel 2013 si produrranno 23 mila quintali di pane e sono 600 gli ettari di campo dedicati alla coltivazione del grano per questo scopo.

Terzo anno per il pane a km zero, ovvero prodotto a Bergamo. E risultati sono sempre più positivi. Nel 2011, quando si avviò il progetto, c'erano 11 ettari di campo dedicati alla coltivazione del grano per la panificazione made in Bergamo (il primo era stato un appezzamento di terreno accanto alla Fiera nuova di Bergamo), si è passati ai 330 ettari del 2012 per arrivare ai 600 di quest'anno.

Sono ormai 36, in 32 comuni della nostra provincia, le imprese agricole che hanno aderito all'iniziativa di Aspan «Bergamo, la mia terra, il suo pane» e 60 i panifici che attualmente utilizzano, per la quasi totalità delle loro offerta, il grano bergamasco. Il progetto si avvale del finanziamento della Banca Popolare di Bergamo, garantito per il 50% dal consorzio Fogalco e patrocinato dalla Camera di Commercio e dalla Provincia di Bergamo.

Quest'anno si prevede di raccogliere 27.000 quintali di grano che corrispondono a circa 23.000 quintali di pane. Si copre così il fabbisogno di pane dei bergamaschi per un periodo di 18 giorni, sembra un dato riduttivo pensando superficialmente, invece è il segnale forte di una sfida che è destinata a crescere ulteriormente e di un progetto vincente.

Una filiera «sostenibile» che coinvolge agricoltori, mugnai e panificatori, oltre al consumatore finale, e che sembra accontentare tutti. C'è da ricordare anche il risparmio di emissioni di anidride carbonica dovuto al trasporto di grano dai Paesi di importazione e il valore sociale.

Anche nel 2013, per ogni chilogrammo di farina bergamasca acquistata, i panificatori devolveranno un centesimo al Cesvi per distribuire 20 buoi da aratro nel Nord Uganda.

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