Dopo 20 anni di abusi e percosse
ha la forza di denunciare il marito

«Veramente sono vent'anni che le violenze vanno avanti, da quando ci siamo messi assieme e io ne avevo solo 18. Perché non ho mai denunciato prima d'ora? Perché ero innamorata e pensavo avrebbe smesso, prima o poi».

«Veramente sono vent'anni che le violenze vanno avanti, da quando ci siamo messi assieme e io ne avevo solo 18. Perché non ho mai denunciato prima d'ora? Perché ero innamorata e pensavo avrebbe smesso, prima o poi».

Alla fine, però, lo scorso gennaio Marina (il nome è di fantasia), impiegata di 45 anni, ora residente a Ponteranica, non ce l'ha più fatta e, dopo l'ennesima violenza da parte del marito, ha trovato il coraggio di andare dai carabinieri e denunciarlo.

Mercoledì mattina, dopo quattro mesi di indagini, i carabinieri hanno tratto in arresto il marito V. D. M., 50 anni, nativo di Taranto e di professione operaio per una cooperativa che lavora per gli ospedali. Ora si trova in carcere in via Gleno con l'accusa di maltrattamenti in famiglia.

Venerdì 17 maggio è comparso davanti al gip Alberto Viti per l'interrogatorio di garanzia, ma ha negato tutto. «Mi stavo solo difendendo, la violenta è lei», ha detto al giudice. Resta in carcere, anche perché il suo arresto non è scattato per un episodio in flagranza, bensì per un'ordinanza di custodia cautelare emessa proprio a seguito della lunga indagine dei carabinieri.

L'impiegata 45enne si era presentata dai carabinieri lo scorso gennaio e aveva raccontato per filo e per segno quanto le accadeva ormai da anni. Nel corso dell'indagine è stato appurato che l'uomo ha «ripetutamente maltrattato la moglie, colpendola in più occasioni con schiaffi al volto, costringendola a subire svariati rapporti sessuali, procurandole in più occasioni lesioni personali, anche in presenza di figli minori».

Il legale difensore ha chiesto gli arresti domiciliari per il proprio assistito, non nella casa di Ponteranica dove vive con la donna, bensì a Taranto, dove la coppia si era conosciuta vent'anni fa. Entro alcuni giorni dovrebbe arrivare la decisione del giudice in merito a questa richiesta. Nel frattempo il marito resta in cella nel carcere di via Gleno e la moglie a casa.

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