Arrestato a Lovere il «professore»
Tecnico di fiducia di Ciancimino

Erano da poco passate le 5 di mercoledì mattina 29 maggio quando la Guardia di finanza di Ferrara ha bussato alla porta di casa di Ennio Ferracane, a Lovere. I finanzieri avevano in mano un ordine di arresto per il sessantunenne, nativo di Vigevano ma bergamasco d'adozione.

Erano da poco passate le 5 di mercoledì mattina 29 maggio quando la Guardia di finanza di Ferrara ha bussato alla porta di casa di Ennio Ferracane, a Lovere. I finanzieri avevano in mano un ordine di arresto per il sessantunenne, nativo di Vigevano ma bergamasco d'adozione (prima abitava a Costa Volpino) e ritenuto dagli inquirenti il consulente tecnico di Massimo Ciancimino per l'acquisto di lastre e acciai da rivendere in Italia evadendo l'Iva attraverso false dichiarazioni di trasporto e tramite società filtro.

Ferracane, unico arrestato nella Bergamasca nell'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Bologna, è tra gli otto finiti in carcere e da mercoledì mattina si trova in cella in via Gleno a Bergamo: deve rispondere dell'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode. Di fronte ai finanzieri non ha opposto resistenza né dichiarato nulla.

Ma chi è Ennio Ferracane? Nato a Vigevano, in provincia di Pavia, il 21 aprile del 1952, attualmente risiede a Lovere dopo aver abitato per anni a Costa Volpino, in via Aldo Moro. Proprio a questo indirizzo aveva sede una società a responsabilità limitata con unico socio della quale Ferracane è stato presidente del Consiglio di amministrazione dal 2000 al 2003, ma che è stata cancellata, nel gennaio di quest'anno, dalla Camera di commercio di Bergamo perché trasferita a quella di Milano: la società si occupa di compravendita di beni immobili.

La società si è poi trasferita a San Giuliano Milanese: attualmente risulta inattiva e Ferracane ne risulta proprietario al 42,5%. Dal '97 al '99 Ennio Ferracane era stato prima amministratore e poi liquidatore unico di un'altra società con sede a Pisogne, sul versante bresciano del Sebino, che operava nel ramo siderurgico occupandosi di fabbricazione di ferro, acciaio e ferroleghe. Società cancellata nel 2000 dai registri delle imprese.

Per quanto riguarda i guai giudiziari, il nome di Ennio Ferracane era già comparso in un'ordinanza del gip di Sondrio Fabio Giorgi che, lo scorso dicembre, portò a sgominare una presunta frode «carosello», che fece luce su qualcosa come 200 società con sede in Italia, Svizzera, Croazia, Romania, Austria e in alcuni paradisi fiscali: attraverso fatture veniva coperto un presunto traffico in nero di materiali ferrosi e mezzi industriali, il tutto attraverso l'aiuto di collaboratori, liberi professionisti e prestanome.

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