Ex Italcementi: pronto il piano
per recuperare gli spazi storici

Un progetto da 30 milioni di euro potrebbe far rinascere l'ex cementeria Italcementi, fondata alla fine dell'Ottocento dalla famiglia Pesenti, ora straordinario monumento di archeologia industriale. Studio presentato in Consiglio comunale ad Alzano.

Un progetto da 30 milioni di euro potrebbe far rinascere l'ex cementeria Italcementi, fondata alla fine dell'Ottocento dalla famiglia Pesenti, ora straordinario monumento di archeologia industriale. Lo «studio di fattibilità finalizzato al recupero, valorizzazione e rifunzionalizzazione» dell'edificio è stato presentato in Consiglio comunale di Alzano Lombardo dall'architetto Manuel Tironi, nella versione che ha accolto le indicazioni prescrittive della Soprintendenza la quale nel 2007 aveva espresso parere negativo sulla realizzazione di parcheggi a silos con accesso da via Acerbis e a raso a fianco del forno originale.

L'assessore al Governo del territorio Camillo Bertocchi ha ricostruito la storia dell'edificio, «parte importante della città di Alzano», e le tappe che hanno portato nel 2011 alla sottoscrizione del Protocollo di intesa per il recupero ed il rilancio sociale, economico e culturale delle attività e del territorio a livello locale, provinciale e regionale dell'ex cementificio con l'obiettivo di trasformare la struttura da «Officina del cemento» a «Officina di idee».

L'enorme comparto si articola su una superficie di 18.547 metri quadrati divisa in parti, collegate tra loro da camminamenti a vari livelli. Tra gli elementi principali 12 forni verticali, dotati di 6 ciminiere a pianta circolare, grandi sotterranei coperti a volta, silos di stoccaggio del cemento o luoghi per l'insaccamento e una copertura sorretta da colonne in stile dorico.

«Il nuovo studio di fattibilità - ha introdotto Tironi - ha origine dalla campagna conoscitiva dell'edificio promossa nel 2010 quando si sono rimossi elementi non originari. Obiettivo è fare in modo che la struttura diventi museo di se stesso, mantenendo le sue dimensioni fisiche. Il nuovo studio aumenta a 31 mila metri quadrati la superficie recuperabile tra aree scoperte, coperte e percorsi che hanno un ruolo fondamentale perché l'edifico-museo deve essere visitabile».

Il percorso museale si snoda su quattro livelli, a partire dal piano interrato, per un totale di 6.500 metri quadrati. Al primo piano gli ampi locali danno la possibilità di realizzare la fermata della Teb coperta e dotata di diversi servizi. «In particolare - ha precisato il progettista - si intende realizzare uno spazio espositivo permanente a servizio della valle per le aziende, oltre ad atelier per artisti e laboratori di ricerca, che sviluppino l'idea di un incubatore di impresa». Al terzo piano «la sala delle colonnine» ospiterà l'area dedicata a conferenze, banchetti o una biblioteca; sopra di essa la copertura verrebbe sfruttata per creare una sorta di piazza. A questo livello si darebbe vita anche a spazi teatrali, inseriti nel progetto di un «Centro europeo di arte e cultura dedicato a infanzia, scuola, famiglia e giovani» oggetto di uno studio di fattibilità realizzato per la Fondazione Cariplo da parte dell'Associazione Pandemonium teatro e presentato qualche mese fa in un convegno. Al livello più alto è collocato un ristorante panoramico, mentre il comparto prevede anche 12 mila metri quadrati dedicati ai parcheggi, di cui quasi 8 mila metri quadrati interrati.

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di sabato 1° giugno

© RIPRODUZIONE RISERVATA