Critiche al prof, 5 in condotta
Il Tar dà ragione alla scuola

Criticare apertamente gli insegnanti può costare caro. Ne sa qualcosa uno studente di 3ª media, alunno (ormai ex) di un istituto cittadino. Le (pesanti) critiche gli erano valse il 5 in condotta. Poi il ricorso. Ora i giudici hanno dato ragione alla scuola

Criticare apertamente gli insegnanti sgraditi può costare caro. Ne sa qualcosa uno studente di terza media, alunno (ormai ex) di un istituto comprensivo cittadino. Le (pesanti) critiche rivolte a una delle sue insegnanti («È inutile», «Non insegna», «Beve caffé in classe») gli erano valse il 5 in condotta e la sospensione per un giorno, proprio a lui che aveva la media del 9 e del 10 in tutte le materie.

Un voto, quello sul comportamento, che gli era rimasto talmente indigesto da far sì che la vicenda si trasferisse dall'aula scolastica a quella di un Tribunale. Sì, perché i genitori dell'alunno avevano deciso di fare ricorso al Tar contro il brutto voto in condotta e relativo provvedimento di sospensione.

Pochi giorni fa i giudici hanno emesso il loro verdetto. Ebbene, ha vinto la scuola: il 5 in condotta ci stava, così come la sospensione, e il ricorso dello studente è stato respinto. La vicenda è datata 2011, protagonista un alunno di terza media fra i primi della classe, quanto a rendimento e capacità. Doti di cui, evidentemente, era a tal punto consapevole da non lesinare critiche a quegli insegnanti.

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