«Ho visto un ragazzo impazzire
E adesso non voglio più le slot»

«Nel bar dove lavoravo prima c'era un ragazzo che, a furia di giocare alle slot, è impazzito ed è stato ricoverato in Psichiatria. Ecco perché in questo nostro nuovo locale non le abbiamo volute».

«Nel bar dove lavoravo prima c'era un ragazzo che, a furia di giocare alle slot, è impazzito ed è stato ricoverato in Psichiatria. Ecco perché in questo nostro nuovo locale non le abbiamo volute». Silvia Rossoni è la titolare, assieme a Emiliano Arata (entrambi sono di Ciserano), del bar «I dieci mondi», aperto dallo scorso dicembre in via Sangalli 14/B a Treviglio, in pieno centro.

È un locale che ha aderito alla campagna «Bar no slot» de L'Eco di Bergamo. «Vogliamo proporre un altro genere di locale rispetto a quelli dove ci sono le slot - spiega -. Per esempio abbiamo messo alcuni giochi d'ingegno in legno e presto inseriremo dei libri: cerchiamo infatti una clientela tranquilla, che non si lasci andare a risse perché perde dei soldi alle slot machine. Il nostro è un bar giovane e ai giovani non vogliamo proporre le slot».

Un altro locale trevigliese che ha ora affisso in vetrina l'adesivo «No slot» della campagna del nostro giornale è il «Petit cafè» di viale del Partigiano, raffinato bar a pochi passi dalla centralissima via Roma. «Non abbiamo mai tenuto per una precisa scelta le slot machine in questo locale - spiega la titolare Luciana Bettoni, che appartiene a una storica famiglia di baristi trevigliesi - e non intendiamo tenerle mai. Pensiamo infatti che un bar debba essere un bar e non un luogo dove giocare. L'iniziativa "No slot" è, a mio avviso, un bell'incentivo per permettere ai bar di evidenziare il fatto di non tenere le macchinette».

L'edificio della stazione ferroviaria centrale di piazzale Verdi ospita invece a pianterreno il «Binariozero», elegante bar la cui titolare, Nicoletta Frecchiami, ha deciso di aderire alla campagna «No slot» e ha affisso il relativo adesivo alla vetrina. «Abbiamo aperto da cinque anni e non abbiamo mai voluto tenere le slot machine - spiega -, così come i gratta e vinci, per una precisa scelta dettata dal fatto che non vogliamo avere problemi con i clienti che possono alterarsi perché perdono alle slot. Non vorremmo trovarci nel bar gente di dubbia qualità quando magari siamo qui sole io mia mamma Alice. E poi c'è l'aspetto non irrilevante dei furti: si sente spesso parlare di bar che subiscono visite da parte di ladri, che si portano via le macchinette e fanno dei danni non irrilevanti. Meglio evitare».

A pochi chilometri da Treviglio, ad Arcene, un altro locale ha aderito alla campagna «No slot» de «L'Eco»: si tratta del «Pep's bar» di via San Giovanni Bosco, in pieno centro al paese e a pochi metri dalla parrocchiale. «In passato avevo le slot - spiega il titolare, Giuseppe Vitali -, ma dal 13 novembre 2007 non le tengo più. In quella data ho infatti subito l'ennesimo furto con spaccata e ho detto basta. Tante e tante volte sono tornati a propormi di rimetterle, sottolineandomi i guadagni che avrei fatto. Ma alla fine non ne vale la pena. Il locale è molto più bello così, senza nessuna slot in giro».

Fabio Conti

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