«Quei giorni da sequestrato
40 anni fa nel bunker di Treviglio»

Sono passati 40 anni dal sequestro di Luigi Rossi di Montelera, che venne tenuto prigioniero in un bunker di un cascinale a Treviglio recentemente demolito «No, a Treviglio e Calvenzano non ci sono più tornato in questi 40 anni».

Sono passati 40 anni dal sequestro di Luigi Rossi di Montelera, che venne tenuto prigioniero in un bunker di un cascinale a Treviglio recentemente demolito «No, a Treviglio e Calvenzano non ci sono più tornato in questi 40 anni. La cascina dove venni tenuto prigioniero è stata demolita per far spazio alla Tav? Beh, che dire: è senza dubbio una buffa coincidenza».

Già perché Luigi Rossi di Montelera, oggi presidente della Banca regionale europea, fino a qualche mese fa è stato anche al timone di «Transpadana», il comitato promotore dell'alta velocità ferroviaria, merci e passeggeri, che attraverserà una parte d'Europa sulla direttrice Lione-Lubiana.

Compreso il tratto trevigliese e, per una combinazione che ha dell'incredibile, proprio nel punto in cui, quarant'anni fa, lo stesso Rossi di Montelera venne tenuto nascosto nel bunker dell'edificio rurale noto come «Cascina Taormina» perché, all'epoca del sequestro, era di proprietà del clan calabrese dei Taormina (Giacomo, uno dei fratelli, era stato confinato a Treviglio), gli organizzatori del rapimento dell'imprenditore piemontese, allora ventisettenne.

Rossi di Montelera, rapito a Torino il 14 novembre 1973, trascorre le ultime settimane del sequestro nel bunker trevigliese, dove viene liberato il 14 marzo 1974 dalla Guardia di finanza. A distanza di quarant'anni da quella drammatica esperienza, torna a parlarne.

Quali ricordi ha di quella cascina nella campagna della Bassa bergamasca?
«Ovviamente ho pochi ricordi della cascina, se non quelli legati al bunker dove ero prigioniero, situato nella parte sotterranea della costruzione e collocato proprio sotto la stalla delle mucche. Al bunker si accedeva solo tramite una botola, il cui coperchio stava sotto le zampe degli animali».

Nonostante questo, riuscirono a trovarla.
«Devo dire che gli inquirenti, sotto la guida del giudice, dottor Giuliano Turone, hanno fatto un lavoro di eccezionale capacità, gestito dalla Guardia di finanza. Guidati dal risultato delle investigazioni, sono giunti sul posto dove mi trovavo sequestrato e hanno cercato per tre giorni e per tre notti il posto dove mi tenevano nascosto».

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