Duecento reperti contrabbandati
tornano in Ecuador dopo 20 anni

Ci sono voluti venti anni, ma alla fine la giustizia ha percorso tutta la trafila burocratica e, oltre alla condanna definitiva per un collezionista bergamasco, è arrivata anche la restituzione del «maltolto»: 200 reperti precolombiani di valore inestimabile.

Ci sono voluti venti anni, ma alla fine la giustizia ha percorso tutta la trafila burocratica e, oltre alla condanna definitiva per un collezionista bergamasco, è arrivata anche la restituzione del «maltolto». Al centro della vicenda una collezione di reperti precolombiani, circa 200 pezzi di valore inestimabile, entrati in Italia di contrabbando e bloccati al porto di Genova dagli agenti dell'Agenzia delle Dogane, e che lunedì 10 giugno, terminato l'iter processuale con la condanna in Cassazione, sono stati restituiti al console generale dell'Ecuador a Genova Esther Cuesta.

Tra il 1991 e il 1992 a Genova arrivarono due casse catalogate come effetti personali, provenienti dalla Colombia e destinate a un imprenditore bergamasco. Il fatto aveva destato i sospetti delle Dogane, che avevano quindi provveduto ad aprire le casse: con loro sorpresa all'interno avevano trovato una vera e propria collezione di reperti precolombiani, che i successivi accertamenti avevano dimostrato essere di provenienza illecita.

Trafugati o acquistati sul mercato nero dal collezionista bergamasco, i beni erano arrivati in Italia di contrabbando, ed erano stati quindi posti sotto sequestro, mentre l'uomo veniva indagato a piede libero. Una perizia aveva datato i reperti tra il 500 a.C. e il 1500 d.C., e il collezionista era stato condannato nei vari gradi di giudizio: diventata definitiva la condanna, i reperti, anche se dopo oltre venti anni, sono tornati nel paese d'origine.

Leggi di più su L'Eco di martedì 11 giugno

© RIPRODUZIONE RISERVATA