Maresciallo contesta sei multe
«Ero in servizio» ma finisce a giudizio

Eccessi di velocità, divieti di sosta, incursioni in zone a traffico limitato. Le multe venivano contestate e il maresciallo aveva buon gioco: gli bastava affermare che in quei frangenti stava svolgendo un servizio per l'Arma, e le contravvenzioni venivano annullate.

Eccessi di velocità, divieti di sosta, incursioni in zone a traffico limitato. Le multe venivano contestate e il maresciallo aveva buon gioco: gli bastava affermare che in quei frangenti stava svolgendo un servizio per l'Arma, e le contravvenzioni venivano annullate.

Solo che, per l'accusa, il sottufficiale in quelle occasioni si stava facendo gli affari suoi, visto che sui brogliacci quegli interventi non risultavano. È per questo che ieri la Procura ha chiesto e ottenuto nei confronti di M. R., 54 anni, ex comandante in alcune stazioni della provincia, il rinvio a giudizio per truffa e falso in atto pubblico.

Sei le multe che il maresciallo avrebbe schivato adducendo presunti motivi di servizio e 460,65 gli euro che avrebbe risparmiato grazie a quello che per il pm Fabrizio Gaverini era un illecito sotterfugio. In tutti i casi le contravvenzioni riguardano auto private, del sottufficiale o dei suoi familiari.

Com'è che s'è scoperto che il maresciallo avrebbe ciurlato nel manico? Grazie a un dettagliato esposto anonimo, presumibilmente compilato da un collega o un sottoposto, che nel febbraio 2011 era stato inviato alla Procura militare di Verona, alla Procura di Bergamo e alla Corte dei Conti di Milano.

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