Treni, è sempre protesta
Le lettera dei pendolari

Spett.le Redazione,
voglio segnalarvi che ancora stamattina sul treno 10802 da me quotidianamente utilizzato per recarmi a lavorare a Milano PG, le carrozze erano sature dell'odore dei freni surriscaldati per cui sono dovuto scendere a Lambrate a prendere un altro treno.

Mentre ero in viaggio ho inviato un reclamo di fuoco a quegli (ir)responsabili di Trenord dopo che ne avevo inviato uno la settimana scorsa per lo stesso motivo e per i problemi di puntualità e di climatizzazione inesistente mai risolti. Apprezzo veramente lo spazio che riservate alle nostre proteste che purtroppo, finora, sono cadute nel vuoto e vi prego di continuare ad evidenziare i nostri problemi che non sono capricci ma il tentativo di tutelare la nostra salute: non voglio che ci venga un cancro perché nessuno si preoccupa di fare manutenzione ai treni che siamo costretti ad utilizzare per raggiungere il posto di lavoro e ritorno.

Se il capotreno a Lambrate riesce a risolvere il problema "sfrenando" le carrozze, io dico che avrebbe potuto farlo a Bergamo prima che il treno partisse, mi sbaglio? Spero allora che tanti altri miei sfortunati compagni di viaggio comincino a protestare pubblicamente affinché questa VERGOGNA cessi al più presto. Grazie per l'attenzione,
L. M.

************

Buongiorno,
se vi va di fare un articolo su Trenord, ieri (tardo pomeriggio) i treni per Brescia erano tutti in ritardo, e quelli in partenza dopo le 21.00 li davano come "cancellati" . Personalmente ho preso il treno partito alle 20.10 (era quello che doveva partire alle 19.10) e sono sceso a Coccaglio alle 21.30 (!!!): 1 ora e mezza di viaggio, il mezzo faceva soste infinite in ogni stazione. Gli annunci in stazione davano un non meglio precisato "problema tra le stazioni di Palazzolo e Coccaglio".
Saluti

**************

Anche stamattina 28 giugno, come già una decina di volte nel corrente mese, il treno 10802 delle 7,16 da Bergamo ha viaggiato con tutte le sei vetture invase da fumo e da un pesantissimo odore di pastiglie e dischi freno surriscaldati, causando malori, disagi e irritazione tra i viaggiatori. Non sono un medico e quindi ci vado cauto, ma sembra che questi miasmi possano perfino configurarsi come tossici. Il puzzo è comunque fortissimo e penetrante; si diffonde a treno fermo già prima della partenza da Bergamo da vari carrelli che evidentemente sono rimasti frenati durante la corsa precedente e via via aumenta nel viaggio verso Milano. I finestrini sono bloccati, l'impianto di ventilazione aspira poca aria dall'esterno, il condizionatore è guasto, non c'è possibilità di alcun ricambio d'aria nelle vetture. Questa la storia di un viaggio mefitico durato circa 45 minuti con i viaggiatori che percorrono su e giù il treno con i fazzoletti davanti alla bocca in cerca di un po' d'aria respirabile. Emergono certamente delle responsabilità: prima di tutto Trenord, che, nonostante le ripetute segnalazioni dei capitreno e dei viaggiatori, continua a non fare sufficiente manutenzione alle vetture: almeno tre convogli, in servizio sulla linea Bergamo - Milano, soffrono da mesi di tale inconveniente; vengono fatti soltanto controlli sporadici e superficiali prima di ogni corsa; un treno in simili condizioni non deve mettersi in viaggio, e il capotreno deve poter decidere senza timore di incappare in provvedimenti disciplinari da parte del proprio datore di lavoro (e basta, per favore, con i soliti scaricabarile: "ho segnalato da due mesi l'inconveniente"; "non posso farci nulla", "se mi dicono di partire, parto"). Qui ne va della salute di centinaia di viaggiatori e dei ferrovieri stessi. Mi piacerebbe che i Sindacati dei ferrovieri denunciassero con forza il grave problema della salubrità dei treni regionali: purtroppo, non mi pare che siano mai state intraprese iniziative (o per lo meno non sono mai state portate a conoscenza degli utenti) per migliorare le condizioni di salute sul lavoro dei ferrovieri e dei viaggiatori. Tra l'altro, queste azioni potrebbero essere sostenute anche dall'utenza e dai Comitati che continuano a segnalare strenuamente le pessime condizioni di viaggio e forse chiarirebbero che per molti aspetti i ferrovieri e i pendolari sono sulla stressa barca traballante e piena di falle. Invito infine qualche ispettore ASL di buona volontà a farsi un viaggetto sul 10802 e a stilare con cura la relativa relazione. Oltre alla penna, gli consiglio di dotarsi di una maschera antigas di tipo militare. Tagli eccessivi alla manutenzione, disinteresse totale dei politici, incapacità decisionale dei preposti, totale mancanza di flessibilità, scarico di responsabilità generalizzato, risposte generiche o nulle alle segnalazioni quotidiane, rassegnazione dei pendolari: tralasciando i ben noti problemi di copertura finanziaria di un servizio pubblico essenziale, questi sono gli eterni mali di cui soffre il sistema del trasporto ferroviario regionale in Lombardia. Non c'è da stare allegri.

Giuseppe Citterio

Comitato Pendolari Bergamaschi

© RIPRODUZIONE RISERVATA