Inceneritori, stop della Regione
Basta anche agli ampliamenti

Il numero degli inceneritori in Lombardia è più che sufficiente per smaltire i rifiuti urbani della regione. Non c'è quindi la necessità di nuovi impianti o dell'ampliamento di quelli già esistenti. Come «Prima srl» di Trezzo o Rea Dalmine.

Il numero degli inceneritori in Lombardia è più che sufficiente per smaltire i rifiuti urbani della regione. Non c'è quindi la necessità di nuovi impianti o dell'ampliamento di quelli già esistenti. Come i termovalorizzatori «Prima srl» di Trezzo o Rea Dalmine, per i quali è in corso l'iter autorizzativo dell'ampliamento, richiesto dalle proprietà, della capacità di smaltimento.

È questa la ferma posizione assunta dalla Regione, in materia di rifiuti solidi urbani indifferenziati e annunciata venerdì mattina, a Trezzo, dall'assessore regionale all'Ambiente Claudia Terzi.

Giovedì la Giunta regionale ha approvato una delibera che ha come oggetto «Indirizzi provvisori inerenti i procedimenti relativi al rilascio delle autorizzazioni regionali e provinciali all'installazione ed esercizio di impianti di recupero e o smaltimento di rifiuti urbani».

Semplificando significa che, con questa delibera, la Regione ha recepito i nuovi dati sulla necessità di smaltimento di rifiuti solidi urbani. Dati dai quali si evidenzia che la differenziata, ora ferma al 50,6%, è in aumento e si prevede che arriverà nel 2020 a una media del 67%. La produzione dei rifiuti, invece, dal 2010 sta calando del 2% l'anno.

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