Martina: «Bergamo 2019?
È davvero una corsa da vincere»

«Abbiamo grandi potenzialità per quanto riguarda gli scambi culturali, grazie anche al ruolo dell'aeroporto di Orio, che in questi anni ci ha collegato con l'Europa» Martina Caironi spinge per la vittoria di Bergamo Capitale della cultura.

Il segreto di una vittoria? Anche i piccoli passi. E detto da una velocista come Martina Caironi, campionessa paraolimpica dei 100 metri, fresca di titolo mondiale di categoria (T42) a Lione, può sembrare quasi un paradosso. «Io credo che, anche in una gara come quella per la Capitale europea della cultura 2019, Bergamo debba fare così», spiega con tutto l'entusiasmo del suo ruolo di testimonial della candidatura.

«Piano piano, le cose per consolidarsi vanno fatte bene». E ai blocchi di partenza, Bergamo si presenta comunque con un ottimo tempo di qualificazione: «Abbiamo grandi potenzialità per quanto riguarda gli scambi culturali, grazie anche al ruolo dell'aeroporto di Orio, che in questi anni ci ha collegato con l'Europa. La nostra è una città piccola ma ricca di iniziative».

«Sono fiera del mio essere bergamasca, e nelle mie gare all'estero parlo spesso della mia città. E invito anche gli atleti a visitarla», spiega Martina. Che sposa in toto quello che sarà il filo conduttore (il claim) della candidatura a Capitale europea della cultura: «Oltre le Mura». Che possono avere molte forme, virtuali e non: come quello della disabilità, che la campionessa paraolimpica ha superato accettando la sfida della velocità.

Per essere davvero vincente, una candidatura deve essere davvero condivisa. Di tutti, insomma. Per questo Martina quando parla di quelli che possono essere i punti di forza della corsa di Bergamo, va oltre l'arte, la cultura e l'imprenditoria. «Sono una disabile, e vorrei che tutti prendessero atto delle risorse di questo mondo. E per risorse intendo la capacità di non considerarci come un peso, ma investire sulle nostre capacità. Possiamo e vogliamo dare molto alla nostra città».

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