Da Bergamo fino agli Usa
Sla, parte la sperimentazione

di Alberto Ceresoli
Se tutto andrà come previsto, partirà entro la fine di ottobre la prima fase dello studio clinico per testare l'efficacia del trigliceride caprilico come approccio terapeutico per il trattamento e l'eventuale rallentamento della progressione della Sla.

di Alberto Ceresoli
Se tutto andrà come previsto, partirà entro la fine di ottobre la prima fase dello studio clinico per testare l'efficacia del trigliceride caprilico come approccio terapeutico per il trattamento e l'eventuale rallentamento della progressione della Sla, la Sclerosi laterale amiotrofica. Nei Comitati etici del «Mount Sinai School of Medicine» e della «Cornell University» – entrambi di New York – e in quello dell'«Istituto Auxologico» di Milano sono infatti in via di approvazione i protocolli per dare il via alla sperimentazione con la molecola derivante dall'acido caprilico, un composto naturale che in natura si trova nel latte materno, nella noce di cocco e nel suo latte.

La sperimentazione sull'uomo del trigliceride caprilico prende le mosse dalle evidenze precliniche emerse dagli studi e dai programmi di ricerca effettuati nel laboratorio del prof. Giulio Maria Pasinetti al «Mount Sinai School of Medicine», in collaborazione con la «Cornell University» di New York. «In particolare – spiega il prof. Pasinetti, 55 anni, nato e cresciuto in Borgo Canale, ma da quasi trent'anni negli Usa, dove oggi dirige il Dipartimento di Neuroscienze della Mount Sinai School of Medicine –, questi studi suggeriscono che una molecola nota come trigliceride caprilico, capace di raggiungere il midollo spinale, sia in grado di preservare i motoneuroni colpiti dalla Sla e attenuare il danno motorio, influenzando il metabolismo energetico. Si tratta di uno studio evidentemente molto interessante – spiega Pasinetti, tra i maggiori scienziati al mondo nel campo delle malattia neurodegenerative, come il Parkinson, l'Alzheimer e la Sla –, e proprio per questo la sperimentazione che partirà entro ottobre, volta all'identificazione di una dose efficace, sicura e ben tollerata negli esseri umani, rappresenta un passo imprescindibile verso nuove prospettive di cura».

«Grazie a questo trattamento, le recenti evidenze cliniche che sembrano suggerire connessioni molto strette tra le alterazioni presenti nel midollo spinale dei pazienti colpiti dalla Sla e quelle nel cervello dei malatti di Alzheimer e di altre forme di demenza, potrebbero aprire nuove vie di trattamento. Importanti studi clinici sostenuti dal governo statunitense, ad esempio, stanno infatti sperimentando il trigliceride caprilico in pazienti affetti dal morbo di Alzheimer. In un futuro molto prossimo, attraverso esami del sangue e di genetica, saremo in grado di capire i meccanismi attraverso cui il trigliceride caprilico potrebbe essere utile non solo per la Sla, ma anche per altre malattie degenerative del cervello, e ancora prima che queste si manifestino con i sintomi».

Il trigliceride caprilico utilizzato negli studi newyorkesi – prosegue Pasinetti – «non è al momento disponibile in commercio, ma la società che lo produce negli Stati Uniti ha accettato di fornirlo a costo zero per testarne la tollerabilità e la sicurezza nel corso della prima fase dello studio. Sulla base di queste evidenze, la Mount Sinai School of Medicine (come centro di coordinamento) e la Cornell University - Presbyterian Medical Center di New York hanno deciso di sviluppare una collaborazione con il Centro Sla dell'Istituto Auxologico di Milano diretto dal professor Vincenzo Silani».

«L'idea è quella di reclutare pazienti sia negli Stati Uniti sia in Italia per seguire il medesimo protocollo. Questo – sottolinea ancora Pasinetti – consentirà di accelerare le sperimentazioni nei due Paesi e permetterà ai pazienti italiani di ricevere lo stesso trattamento di quelli statunitensi, senza la necessità di spostarsi oltreoceano. Da qui l'urgenza e l'importanza di avere il via libera dei Comitati etici dei centri di ricerca coinvolti. Nel frattempo, i miei laboratori stanno sviluppando alcune nuove ricerche per identificare derivati commercialmente disponibili del trigliceride caprilico, già utilizzabili come integratori e che potrebbero rappresentare, per il momento, un primissimo approccio alternativo».

I pazienti che prenderanno parte alla fase iniziale delle studio clinico saranno selezionati a settembre, 10 a New York (dove sono già stati individuati) e altrettanti in Italia. «La prima fase – spiega Pasinetti – durerà tre mesi, durante i quali esploreremo la dose massima tollerabile dall'organismo umano e la sua eventuale tossicità. Dopo di che prenderà il via lo studio clinico vero e proprio durante il quale studieremo gli effetti del trigliceride caprilico e le sue potenzialità come approccio terapeutico per la Sla e l'eventuale rallentamento della progressione della Sla stessa».

«Credo comunque – conclude Pasinetti – che questi risultati possano aprire nuove vie di prevenzione terapeutica non solo per Sla, ma anche per altre malattie neurodegenerative, dove l'alterazione e la perdita di funzioni sembrerebbero iniziare il loro corso anche decenni prima dell'insorgenza della malattia. Siamo convinti che un approccio terapeutico caratterizzato da farmaci con effetti collaterali virtualmente inesistenti a lungo termine, possa non solo prevenire ma anche curare, rappresentando così un valido futuro terapeutico per la cura della Sla». I pazienti che volessero ulteriori informazioni possono contattare direttamente sia il prof. Vincenzo Silani all'Istituto Auxologico, sia il prof. Giulio Maria Pasinetti a New York (in quest'ultimo caso l'indirizzo email è slaitaly1gmail.com).

Alberto Ceresoli

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