Sant'Alessandro, la rievocazione
fa il pieno di folla: 3 mila persone

Non solo Santo, ma «testimonial» della città: Sant'Alessandro, protettore di Bergamo, nella rievocazione storica di domenica 25 agosto è diventato un rappresentante della cultura orobica, al pari del Colleoni, di Donizetti, Papa Roncalli.

Non solo Santo, ma «testimonial» della città: Sant'Alessandro, protettore di Bergamo, nella rievocazione storica di domenica 25 agosto è diventato un rappresentante della cultura orobica, al pari di Bartolomeo Colleoni, Gaetano Donizetti, Papa Roncalli.

Come avviene ogni anno dal 2010, si è tenuta l'apprezzata rappresentazione in onore di Sant'Alessandro, promossa dal Comune in collaborazione con la Diocesi di Bergamo. Dopo il tradizionale concerto di campane che ha coinvolto buona parte dei campanili della città, dalle 16,30 in poi ha continuato ad ingrossarsi il pubblico presente in piazza Matteotti, dove sotto il palazzo del Comune è stato allestito il palco per la rappresentazione storica, seguita da oltre tremila persone: impossibile tenere conto del flusso incessante di persone che hanno seguito la messa in scena dalla chiesa di Sant'Alessandro in Croce (Pignolo) attraverso via Masone, largo Belotti, il Sentierone fino a Palafrizzoni.

La kermesse è diventata ormai un appuntamento fisso, che i bergamaschi hanno imparato a conoscere ed amare, con decine di figuranti, comparse, musicisti e attori (i rievocatori sono dell'associazione storico culturale Città di Albino, la drammaturgia è del giornalista de L'Eco di Bergamo Paolo Aresi, mentre la regia è di Fabio Comana).

A differenza degli anni scorsi, non è stata ripercorsa solo la storia di Sant'Alessandro, da soldato romano a martire cristiano, ma - forzando la narrazione storica - sono stati inseriti anche altri personaggi, giudicati rappresentativi del «carattere bergamasco». E così, alla passione di Sant'Alessandro che - confidandosi con Santa Grata - racconta le ragioni della fede e del suo martirio, si è intervallato il racconto del condottiero Bartolomeo Colleoni, mentre incita alla resistenza di fronte al nemico i suoi soldati e il popolo bergamasco. A seguire il genio di Donizetti, rappresentato ormai verso la fine della carriera, mentre rievoca nostalgicamente le sue umili origini e i bambini della sua Bergamo intenti a guardare uno spettacolo di burattini («Perché nessuna musica è più bella delle risa di un bambino»). I diversi «quadri» sono culminati con la figura di Papa Giovanni XXIII, del quale è stata trasmessa anche una registrazione con la voce originale.

La scelta di sfidare l'incertezza delle previsioni meteo ha dato ragione agli organizzatori: il tempo ha tenuto per tutta la durata della rappresentazione e di certo il palco all'aperto ha reso di più e ha attirato più gente di quanta ce ne sarebbe stata al teatro Donizetti (location prevista in caso di pioggia).

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