Nuovo asfalto sulla pista di Orio
Per l'appalto è tutto da rifare

Colpo di scena nella battaglia legale per l'assegnazione dei lavori per il rifacimento della pista di Orio al Serio: il Tar di Brescia ha accolto il ricorso della ditta Cavalleri, reputando «illegittima» l'esclusione dell'azienda dalminese.

Colpo di scena nella battaglia legale per l'assegnazione dei lavori per il rifacimento della pista di Orio al Serio: il Tar di Brescia ha accolto il ricorso della ditta Cavalleri. La sentenza del Tribunale amministrativo ha dunque reputato «illegittima» l'esclusione dell'azienda dalminese, che si era inizialmente aggiudicata la gara per il rifacimento della pista dello scalo orobico, ancorché in modalità provvisoria.

E non è tutto: il giudice, che ha emesso un'ordinanza particolarmente motivata (più di otto pagine), si è espresso anche sul concordato preventivo presentato dalla stessa Cavalleri, reputandolo «non preclusivo per l'esclusione dal contratto».

Ora si attendono le mosse dell'attuale assegnataria, la Vitali Spa, e non è da escludere un suo ricorso al Consiglio di Stato. Resta il fatto che con la decisione del tribunale, senza un assegnatario certo, i lavori rischiano di slittare. E non stiamo parlando dell'asfaltatura di una strada, ma di un appalto complicatissimo dell'importo di oltre 40 milioni di euro, che comporta delicate e complesse scelte logistiche, di movimentazione e di spostamenti provvisori di voli.

Insomma, un cantiere decisivo per Orio, che sulla carta partirà già con i primi interventi questo mese per poi arrivare a chiudere l'aerostazione per due settimane nel corso del 2014.

La vicenda, di primaria importanza non solo dal punto di vista economico, ma anche strategico per lo sviluppo dello scalo orobico, rischia ora di complicarsi anche per i possibili controricorsi e per le eventuali complicazioni del caso. Secondo l'avvocato Sonia Macchia dello studio Vinti di Roma «come stabilito dal giudice, il fatto che la ditta abbia presentato domanda di concordato preventivo successivamente alla firma del contratto, non è di per sé motivo di esclusione. Se i lavori fossero partiti, infatti, oggi la pista dell'aeroporto sarebbe stata realizzata senza problemi: ora vediamo cosa farà Sacbo, di certo non potrà che eseguire con la Cavalleri e gli altri componenti della Ati».

La Cavalleri non potrà però, per legge, essere la nuova mandataria della cordata, avendo per l'appunto presentato domanda di concordato preventivo: con la stazione appaltante (Sacbo) si dovrà dunque trovare una soluzione alternativa, secondo quanto prescritto dal Tribunale amministrativo, «per rimuovere gli impedimenti tecnico-giuridici».

L'origine della battaglia legale risale ai primi giorni di luglio, quando scattò la revoca da parte di Sacbo dell'appalto aggiudicato in un primo momento proprio ad un'Ati guidata dalla Cavalleri Ottavio Spa di Dalmine per i lavori di rifacimento della pista di Orio al Serio. E la Cavalleri aveva presentato ricorso per far valere le proprie ragioni di fronte al Tar di Brescia: si tratta, infatti, di una commessa imponente (da circa 41,1 milioni di euro) che, a fianco della stessa Cavalleri, vede la milanese Cic e le bergamasche Milesi Sergio, Assolari e Sirti riunite in un'Ati (Associazione Temporanea di imprese).

Queste ultime quattro società avevano dunque aderito all'azione legale promossa dalla mandataria e affidata allo studio Stefano Vinti di Roma. Nel frattempo i lavori di rifacimento della pista erano stati assegnati all'Ati guidata dalla Vitali Spa di Cisano Bergamasco, in partnership con la milanese Gavazzi, la Bergamasca Artifoni e la Valle Infrastrutture. La Cavalleri, che dal 1951 opera nel settore delle infrastrutture (appalti pubblici), a inizio luglio aveva inoltre presentato domanda di concordato preventivo in bianco in continuità aziendale al Tribunale di Bergamo.

L'azienda dalminese, dal canto suo, ha accolto con soddisfazione l'esito del ricorso: «Siamo soddisfatti della sentenza del Tar – spiegano dalla Cavalleri – anche perché ci abbiamo creduto fino in fondo: questo risultato conferma dunque la serietà del nostro operato e della nostra offerta. Ogni altro discorso è prematuro».

Un discorso che però riguarda da vicino circa 300 dipendenti, per cui era stato firmato un accordo di cassa integrazione straordinaria a partire dall'8 luglio scorso. E ora la sentenza del Tar, che di fatto ha rimesso in gioco la Ati capitanata dalla Cavalleri, potrebbe (il condizionale è più che mai d'obbligo) aprire nuovi scenari anche dal punto di vista occupazionale.

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