Morta dopo tredici anni di coma
Tante rose rosse per Antonella

«La morte di Antonella è una lacerazione incredibile. Perché proprio a lei, che stava provando la gioia più grande?». È un passaggio dell'omelia ai funerali di Antonella Giua, la 41enne morta 13 anni dopo l'intervento di raschiamento e il susseguente coma vegetativo.

«La morte di Antonella è una lacerazione incredibile. Perché proprio a lei, che stava provando la gioia più grande?». È un passaggio dell'omelia ai funerali di Antonella Giua, la 41enne morta 13 anni dopo l'intervento di raschiamento e il susseguente coma vegetativo.

È stata una cerimonia molto intima quella che si è tenuta mercoledì 11 settembre, in un clima di grande tristezza e commozione, nella chiesa di Ognissanti al cimitero. Tante rose rosse sulla bara per l'ultimo abbraccio ad Antonella. Erano presenti il marito Ermanno Cereda, il figlio Antonio, mamma Maria, le due sorelle Anna e Tiziana e i due fratelli Santo e Massimo. Il figlio Antonio è nato prima che la situazione della mamma degenerasse giorni dopo, durante un'operazione che doveva essere di routine, per colpa di una presa del tubo dell'ossigeno che era stata inserita male.

Nell'omelia è stato ricordato come Antonella fosse «una ragazza piena di vita, che amava la vita e per questo aveva voluto generare un'altra vita. La morte di Antonella è stata una lacerazione incredibile. Anagraficamente Antonella è morta a 41 anni, ma si potrebbe dire anche a 28. A quell'età Anna desiderava vivere con gioia, serenità e ottimismo che trasmetteva a tutti. E voleva una vita non solo da vivere per sé, ecco perché aveva generato Antonio».

E ancora: «Da questo parto è nato un mistero che umanamente può avere responsabilità, ma noi adesso ci chiediamo perché proprio a lei, che stava provando la gioia più grande? Per avere una risposta dobbiamo affidarci al Signore».

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