Martinengo e il «no» a Mameli
Nozza: non è un'azione leghista

L'Inno di Mameli non è certo nella top ten della Lega. Ma averlo «boicottato» all'inaugurazione del Filandone non è stata «una leghistata», per fare clamore. Lo assicura il sindaco di Martinengo, il lumbard Paolo Nozza.

L'Inno di Mameli non è certo nella top ten della Lega. Ma averlo «boicottato» all'inaugurazione del Filandone non è stata «una leghistata», per fare clamore. Lo assicura il sindaco di Martinengo, il lumbard Paolo Nozza, travolto dall'eco dell'assenza del «Fratelli d'Italia» nella scaletta musicale dell'evento.

«Di sicuro non l'ho programmato per fare scalpore», assicura il primo cittadino, ribadendo la sua versione: «L'antefatto non esiste: non ho mai detto di no all'Inno di Mameli. Il tutto è stato travisato volutamente».

Non dalla segretaria comunale che ha comunicato al Corpo musicale Sant'Agata di non eseguire il brano («Certo, la mail è stata scritta in modo poco chiaro», ammette Nozza) ma «dall'altra parte, che ha usato e strumentalizzato un caso che avrei evitato volentieri. Prendo atto che siamo già in campagna elettorale (la città vota nel 2014, ndr). Se questo, però, è l'unico argomento che si ha per attaccare il sindaco, la dice lunga».

Eppure qualche dubbio sull'intenzionalità della «censura» resta, visto che pure il nastro usato per il tradizionale taglio era verde (colore del cuore dei padani) e non Tricolore.

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