Tornano a casa dopo 70 anni
Commosso abbraccio a 14 eroi

Un nome e un cognome scritto su una piccola cassetta di legno avvolta in un Tricolore, un appello a cui rispondere «presente». Occhi lucidi di figli e nipoti per il ritorno - dal cimitero di Amburgo - dei resti del congiunto che ha atteso quasi 70 anni per rientrare a casa.

Un nome e un cognome scritto su una piccola cassetta di legno avvolta in un Tricolore, un appello a cui rispondere «Presente», occhi lucidi di figli e nipoti, un corridoio da percorrere con il peso dei resti del proprio congiunto che ha atteso quasi 70 anni per ritornare a casa.

È stato la consegna ai familiari dei resti, giunti dal cimitero militare di Amburgo, il momento più commovente della cerimonia di giovedì mattina alla base militare del Terzo Reggimento Aves Aquila a Orio al Serio.

Profonda l'emozione anche dei presenti nell'affollato salone, dai rappresentanti delle associazioni d'Arma alle autorità civili e militari, che hanno voluto accogliere e tributare un giusto riconoscimento ai 18 militari, 14 dei quali bergamaschi, che durante la Seconda guerra mondiale hanno perso la vita indossando una divisa.

Per l'Associazione famiglie dei caduti e dispersi «è stato un giorno indimenticabile – ha detto il presidente della sezione di Bergamo Giuseppe Crespi –; nel cuore e nella mente rimarrà la gioia dei familiari che, dopo tanti anni, hanno riportato i propri cari in terra italiana».

Due pagine e tutti i nomi su L'Eco di Bergamo del 27 settembre

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