Piazza Marconi non piace a nessuno
Anche la Soprintendenza è critica

Da una piazza che non convinceva a un'altra che convince ancora meno. Se a Piazza Vecchia in versione giardino non aveva lesinato critiche («Troppi ombrelloni, troppe sdraio, come a Riccione»), l'architetto Napoleone non è più tenero con piazzale Marconi.

Da una piazza che non convinceva a un'altra che convince ancora meno. Se a Piazza Vecchia in versione giardino non aveva lesinato critiche («Troppi ombrelloni, troppe sdraio, neanche fossimo a Riccione»), l'architetto Giuseppe Napoleone - da anni l'occhio vigile su Bergamo della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Milano - non è più tenero con piazzale Marconi.

Niente frasi ad effetto né sentenze lapidarie sul valore estetico della nuova opera, per carità, ma quanto basta per strappare la disponibilità del sindaco Franco Tentorio a cercare di migliorare quel piazzale della stazione, che nella nuova veste fa discutere la città. «Il sindaco - conferma Napoleone - ha già dato la piena disponibilità a rivedere il progetto per superare le criticità riscontrate. L'obiettivo è rendere il piazzale più accogliente e ristabilire un legame con le sue radici e la sua storia, visto che la stazione di Bergamo è una delle più antiche».

Si passerà ovviamente attraverso alcune modifiche. «Si dovrà riaffermare la centralità della fontana, ristabilire le giuste simmetrie e rivedere la sistemazione degli arredi» chiosa. Via il «muro» di lamiera che ne oscurava la vista fino a fine agosto, le critiche piovute da più parti sono state giudicate come ingenerose da Palazzo Frizzoni, «perché il piazzale non è finito, e andrà valutato nella sua interezza quando il restyling alla stazione sarà terminato» ha sempre detto Tentorio.

«Se il Comune ci avesse sottoposto il progetto di nuova sistemazione - rileva l'architetto - avremmo sicuramente chiesto prima delle modifiche, tese a mantenere quegli elementi di riconoscibilità e identità che facevano parte dello stato di fatto iniziale». Per la Soprintendenza «la fontana in origine suggeriva un ideale asse di collegamento tra la stazione ferroviaria, il centro e Città Alta».

Ora il visitatore, quando esce dalla stazione, ha perso i punti di riferimento direzionali, «fa quasi fatica a individuare la strada da prendere». Rilievi architettonici ed urbanistici, ma non solo. Napoleone ne fa anche una questione di «metodo»: «Piazzale Marconi è uno spazio urbano di interesse storico e come tale è sottoposto a tutela. Pertanto il progetto doveva essere trasmesso alla Soprintendenza per la preventiva approvazione».

Napoleone sarà presto in città e in agenda c'è un sopralluogo con i tecnici comunali al piazzale della stazione. «Ma ho già avuto occasione di vederlo - precisa -, ultimamente arrivo a Bergamo con il treno. Comunque il progetto lo abbiamo già preso in visione e chiesto sollecitamente al Comune un approfondimento progettuale».

Le critiche maggiori sono rivolte alla nuova veste della fontana «che senza la cornice ellitica sembra aver perso la sua valenza monumentale, il suo ruolo di perno attorno al quale ruota l'intero sistema» sottolinea Napoleone. E aggiunge: «Il pavimento della piazza ha cancellato il primo gradino della fontana. È venuta meno l'ellisse che le faceva corona, i cui due fuochi definivano un asse ben preciso».

A sollevare le perplessità dell'ente di tutela dei beni architettonici non è tanto l'arredo. «Va bene l'arredo asciutto, moderno, di segno contemporaneo, ma si dovrebbe tener conto della storia di quella piazza e della necessità di ristabilire la giusta simmetria. La disposizione di panchine e tutto il resto non deve tradire il senso della prospettiva storica che inquadra anche a distanza la stazione».

Simmetria come elemento opportuno, se non essenziale. Napoleone ne è convinto: «Ricordo l'intervento mai criticato abbastanza dell'architetto Vittoriano Viganò all'Arco della Pace a Milano, il cui arredo ha negato quella simmetria, che è propria dell'architettura neoclassica...». Simmetria «negata» anche dal verde: «Alla stazione si è scelto di conservarlo e va bene, ma è sbilanciato. Da una parte un parchetto, dall'altra quattro alberi spelacchiati. Bisogna forse cercare di compensare lo squilibrio». E soprattutto dare «un'anima» al piazzale.

Vanessa Santinelli

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